E pensare che la prima volta è stato
un caso.
Ho scritto quel Lanuova dopo il mio
nome di battesimo per gioco, semplicemente perché non sapevo come
identificarmi in una realtà alla quale ero estranea. Niente blog,
nessuna conoscenza del mondo informatico, niente facebook, niente histagram, niente twitter, niente social; troppo rock e troppo timida
al tempo stesso.
Troppa paura.
Volevo un posto diverso dove 'essere' quello che 'sentivo', uno spazio libero. Volevo la pace e il
divertimento e forse volevo anche essere nuova ma senza una rivoluzione violenta.
In verità quando ho inviato la mia
richiesta per entrare a far parte del mondo dell' Mtchallenge ero solo una
delle tante Francesche che chiedeva di far parte di un universo che
si era stancata di guardare da lontano.
Tutta quella fremente passione nei
confronti del cibo, tutto quel cucinare e pensare alla cucina, tutto quel
cercare e trovare me stessa e i miei affetti nella cucina, dovevano
pur significare qualcosa.
E sono stata presa, accettata. Una
'anche no' capace di fare la pasta fresca ma non di scrivere un
foglio di testo word.
Ho giocato, mi è piaciuto e la
rivoluzione si è fatta strada da sola: troppe le ricette da non
dimenticare, troppe quelle da inventare e troppa la voglia di
scrivere, abbandonata in cassetto chiuso male. Il tempo, come sempre
e banalmente accade, è trascorso rapido, senza che me ne accorgessi
la mia vita è cambiata, ho cambiato lavoro, ho continuato a
camminare accanto a quell'occupante lato destro del letto senza mai
dubitare di aver scelto il miglior compagno di viaggio, sono
diventata madre, due volte, ed ogni volta sono rinata come una persona
diversa. Ho capito quanto mi manchi mia madre, ho imparato ad
accettarlo e sono cresciuta e quel blog , così timorosamente aperto, è diventato il luogo in cui dare un senso a tutto questo fluire tra
passato, presente e futuro, un posto in cui trasformare il pensiero
in una ricetta, il sentimento in qualcosa di cui cibarsi
concretamente.
Lavorando sempre con le mani nude perché, e questo è
uno dei miei antichi detti preferiti, con le mani impegnate si pensa
meglio.
Ho
imparato ogni giorno una cosa diversa da persone bravissime, persone
che condividono con me quella stessa fremente passione per tutto ciò
che cibo e cucina, di una bravura sconcertante, di una competenza
unica.
Ogni ricetta incontrata grazie agli altri è stato un regalo,
una nuova possibile strada che mi ha portato fino a qui, in questo
determinato luogo e in questo determinato istante a dirmi che sono pronta
finalmente a lasciar andare questo Lanuova, che tante curiosità fa
nascere in chi lo legge. Questo nome, frutto solo di una fantasia, mi
ha protetto e solo ora capisco quanto sia stato importante; ora che
sono pronta a riappropriarmi del mio vero nome, a presentarmi come
Francesca Geloso.
Lo
faccio per la tua sfida Cristina, la numero 67, e non è un caso credimi, la stima
che nutro nei tuoi confronti la conosci, sono una persona espansiva
e te l'ho proprio detto in faccia che per me la tua bravura e la tua
eleganza sono impareggiabili ma c'è dell'altro. Io adoro il pesce,
lo cucino spessissimo e mi mangio sempre le mani per non riuscire a
pubblicare tutte le ricette che provo: nessuna sfida sarebbe stata più giusta di questa, per presentarmi, nuovamente, con
tutto il viaggio fatto sulle spalle e tanta strada ancora da fare. Partecipo con la stessa voglia di giocare e di mettermi in discussione con questo piatto che firmo con il mio vero nome.
Tagliatelle
al nero, crudo e cotto di Cicale di mare e pesto di Salicornia
Per
le tagliatelle al nero
2
uova
200
g di farina00 + quella necessaria a spianare la pasta
1
sacca di nero di seppia
1
cucchiaio di olio evo
2
cucchiai di acqua tiepida
1
pizzico di sale
Per
la bisque di cicale e Prosecco
teste
e carapaci di 12 canocchie fresche ed abbattute(a casa mia si chiamano cicale)
1
carota
1
spicchio d'aglio schiacciato
1
foglia d'alloro
½
cucchiaino di paprika piccante
1
bicchiere di Prosecco di buona qualità
1,5
l di acqua freddissima
Per
il crudo e cotto di cicale
la
polpa di 12 canocchie fresche ed abbattute
1
cucchiaio di olio evo
1
macinata di pepe fresco
1
cucchiaino di scorza di limone non trattato(io mia pianta)
1/2 cucchiaino di succo del limone
Per
il pesto di salicornia
2
mazzetti abbondanti di salicornia
1
cucchiaio di pinoli tostati
1
pizzico di sale
1
macinata di pepe
1
piccolo pezzetto d'aglio
Per
guarnire
2 pomodori ciliegini a cubetti
La
prima cosa che ho preparato è stata la pasta. Sapevo che in realtà
la cosa più giusta sarebbe stata quella di optare per un formato di
pasta secca preferibilmente lunga ma desideravo ardentemente usare il
nero di seppia per la ricetta, lo amo molto, ed utilizzarlo nel
condimento della pasta direttamente avrebbe alterato del tutto gli
equilibri sia nella forma che nella consistenza. Il contatto diretto
del nero con il pesto di salicornia avrebbe azzerato completamente la
freschezza di quest'ultimo e il crudo di cicale unito alla salsa al nero assume
una consistenza che non amo(ho provato). Perciò ho deciso di fare una pasta
fatta a mano, delle semplici tagliatelle che ho preparato con tre
giorni di anticipo perché avessero almeno il tempo di seccare.
La
ricetta che ho seguito è sempre questa.
Ho scelto le cannocchie, che non riesco a chiamare diversamente da cicale, perché mi appartengono fin dall'infanzia, mio padre ci prepara delle linguine aprendole a metà e saltandole in olio aglio e prezzemolo. Io le ho usate spesso in molti modi, in un momento di follia c'ho fatto anche una maionese, ma in questo piatto le ho lavorate ben poco perché alla fine è il modo in cui preferisco gustare il pesce. Ho inciso lateralmente il corpo delle cicale e
con cura le ho aperte e ne ho estratta la polpa interamente, ho
condito con l'olio, il pepe e la scorza e poco succo di limone e le ho lasciate in
frigo coperte a riposare.
Con
le teste ed i carapaci ho preparato le bisque: ho fatto rosolare in
una pentola dai bordi alti e il fondo spesso la carota tagliata a
rondelle, l'aglio schiacciato, la foglia d'alloro, il pomodorino e
tutti gli scarti ottenuti dalle cicale in un cucchiaio di burro
facendo andare a fuoco sostenuto, mescolando con un mestolo di legno
ed esercitando pressione sui carapaci per estrarne tutto il sapore. A
questo punto ho aggiunto il prosecco, ho lasciato sfumare e ho unito
l'acqua freddissima. Ho lasciato sobbollire per una quarantina di
minuti, eliminando le varie impurità quando venivano in superficie
con una schiumarola e poi ho fatto restingere per qualche minuto.
Ultimo atto ho tolto i carapaci, ho passato con uno chinois la salsa
e l'ho frullata con il frullatore ad immersione per qualche secondo.
A
questo punto ho fatto il pesto di salicornia, riuscivo ad immaginarne
le caratteristiche, sapore e consistenza ma non l'avevo mai provato.
Ho sbollentato in acqua leggermente salata la salicornia, mondata
delle parti più dure o legnose, per cinque minuti e poi l'ho passata
immediatamente in una boule piena di acqua e ghiaccio, così da non
vederla annerire né passare di cottura, la volevo ancora croccante.
Una volta fredda l'ho semplicemente azionando le lame a scatti per
evitarne l'ossidazione, con i pinoli , precedentemente tostati in
padella senza aggiunta di grassi, un'idea d'aglio e unendo olio evo a
filo fino ad ottenere una salsa omogenea ma ancora un po' grossolana.
Ho assaggiato e aggiustato di sale e pepe, la salicornia è sapida,
fresca e minerale perciò prima si salare va assaggiata. Aveva il sapore che avevo immaginato.
Tutti
gli elementi pronti e ho preparato la mia pasta con il pesce; ho
cotto le tagliatelle in abbondante acqua salata, bollente per circa
tre minuti, poi le ho scolate ed ho proseguito la cottura, in una
padella adatta alla mantecatura, all'interno della bisque
precedentemente fatta. Ho scaldato un paio di grossi mestoli di
bisque e vi ho fatto mantecare le tagliatelle per altri 3 minuti ca.
aggiungendo, dopo il primo minuto e mezzo, un ulteriore mestolo di
liquido e ¾ della polpa di pannocchie marinata e poi tagliata a pezzetti, subito prima di essere inserita in cottura. Ho tolto dal fuoco, unito le cicale rimaste a
crudo. Ho impiattato e distribuito sopra ad ogni porzione di pasta due
cucchiaini di pesto di Salicornia. Ho aggiunto due pomodorini
ciliegini privati della parte interna e ridotti in cubetti per avere
un tocco di color rosso.