martedì 27 novembre 2018

Gingerbread Gin sotto l'albero per il Club del 27



Questo mese il Club del 27, indossa cappello rosso e barba finta e nell'attesa che il vero Babbo Natale si presenti, puntuale, la notte di Natale distribuisce piccoli doni deliziosi perfetti per un Calendario dell'Avvento davvero speciale. 24 imperdibili sorprese da scoprire.
Io ci metto un Gingerbread Gin, tratto dalla rivista Salinsbury, perfetto da sorseggiare sotto l'albero addobbato nelle sere d'inverno.

GINGERBREAD GIN

per 800ml ca.
1 bottiglia di Gin
150 g di zucchero di canna demerara
100 g di radice di zenzero affettato
8 chiodi di garofano interi
3 bastoncini di cannella
2 cucchiaini di noce moscata grattugiata

Versate il Gin in un contenitore con coperchio e aggiungete lo zucchero, lo zenzero affettato con la buccia, i chiodi di garofano, la cannella e la noce moscata.
Mescolate bene, coprite e lasciate in infusione
per 3-4 giorni, mescolando o agitando ogni giorno.
Una volta raggiunto il grado di speziatura desiderata, filtrare con un setaccio rivestito di mussola e versare in bottiglie sterilizzate.
Può essere usato anche come base del Gingerbread Fizz Cocktail.


Banner meraviglioso, sempre di Mai Esteve.

domenica 25 novembre 2018

Mt-scool parte 2: La pasta e la sua cottura!

Quando ho scoperto che l'argomento scelto per il secondo appuntamento della scuola più bella dell'universo mondo era la pasta mi sono sentita proprio felice. 
Felice perché nella mia famiglia, come nella maggior parte delle famiglie italiche che si rispettino la pasta è un must; felice anche perché in questo caso ci veniva chiesto di porre particolare attenzione alla cottura della pasta e alla tecnica della mantecatura.
Mantecare la pasta è un atto che compio regolarmente, mantecare la pasta in modo corretto è, invece, un qualcosa di molto tecnico e entusiasmante che ho imparato a fare in quest'ultimo mese grazie a Greta e alle sue precisissime e preziosissime dispense.
Per la prima prova, quella riguardante quel monumento storico del gusto che è la Cacio e Pepe, ho seguito in tutto e per tutto le indicazioni di Greta. Non ho aggiunto nulla perché a mio avviso non c'è bisogno di aggiungere nulla.
Per la prova libera, creativa, ho scelto di preparare una pasta semplice a base di pesce e verdure di stagione perché sono queste le paste che amo fare e che rappresentano meglio quella che è la cucina dei primi piatti nella mia vita quotidiana. 




          Cacio e Pepe

Ingredienti: per 4 persone
Attrezzatura:
una pentola capiente per bollire la pasta
Una padella per mantecare
Una bastardella d’acciaio
Una pinza
Una frusta

400 g di spaghetti
120 g di pecorino stagionato grattugiato fino
Pepe nero

Lessate la pasta in abbondante acqua poco salata. Mentre la pasta cuoce sciogliete il formaggio in una ciotola aiutandovi con una frusta, aggiungendo poca acqua per volta, fino ad ottenere una crema, tenete in caldo. Tirate su la pasta 3 minuti prima del punto di dente e continuate la cottura nella padella con un filo d’olio, il pepe e abbastanza acqua per permettere la cottura. Fate riprendere calore sempre mescolando e agitando la pasta nell padella così da creare un’emulsione tra amidi e grasso, continuate fino ad arrivare a cottura. Fuori dal fuoco e lontano dal fornello caldo aggiungete velocemente la crema di pecorino, saltate la pasta velocemente e servite fumante, la cacio e pepe non può aspettare. Aggiungete un altro pizzico di pepe sul piatto prima di servire




Trenette con coda di rospo, zucca, carciofi e chicchi di melagrana

Ingredienti: per 4 persone

Attrezzatura:
una pentola capiente per bollire la pasta
Una padella per mantecare
Una pinza

350 g di trenette
200 g di rana pescatrice fresca pulita
2 carciofi
100 g di zucca pulita
20 g di burro al limone
1/2 bicchiere di vino bianco di qualità
2 cucchiai di chicchi di melagrana fresca
foglioline di timo fresco
olio extravergine d'oliva
sale

Tagliate la rana pescatrice a cubetti e fatela rosolare a fuoco vivace nel burro  al limone assieme a uno spicchio d'aglio schiacciato, sfumate con il vino bianco e quando l'alcool sarà evaporato spengete il  fuoco, eliminate l'aglio e tenete il resto da parte. Pulite i carciofi e tagliateli a fettine abbastanza sottili, tagliate la zucca a cubetti piccoli. Fate scaldare in una padella l'olio e fatevi saltare a fuoco vivace la zucca e i carciofi per tre minuti, salate, aggiungete un cucchiaio di acqua bollente, cuocete per altri due minuti, aggiungete il timo fresco e togliete dal fuoco la padella senza togliere il contenuto.
Lessate la pasta in abbondante acqua salata. Tirate su la pasta 3 minuti prima del punto di dente e versatela nella padella con il sughetto di verdure, che nel frattempo avrete riportato in temperatura a fuoco vivace. Versate in padella anche il pesce con il suo sughetto, mescolate con le pinze, aggiungete un mestolo dell'acqua di cottura e fate nuovamente riprendere calore,  mantecate, saltate un paio di volte la pasta, assaggiate e quando sarà pronta inclinate la padella, aggiungete mezzo mestolo d'acqua di cottura e un poco d'olio versato a filo. Fate saltare la pasta un ultima volta fuori dal fuoco e servite coperta da una pioggerella di chicchi di melagrana.











sabato 27 ottobre 2018

Blinis di castagne e squacquerone per il Club del 27



Eccoci all'imperdibile appuntamento mensile con il Club più figo che c'è. Di nuovo Club del ventisette e stavolta piovono castagne! Io personalmente le adoro, se piacciona anche a voi qui troverete le ricette giuste per valorizzarle ed essere felici! 
Il nostro banner strepitoso è firmato come sempre Mai Esteve e qui di seguito trovate la ricetta che ho scelto di preparare: Blinis di farina di castagne e squacquerone ideati da Marina per la sfida numero 34 di MTC.

Buon autunno a tutti e sempre viva Club del 27.

Blinis di castagne e squacquerone


Per 16 blinis:

  • 100 g di farina 00
  • 70 g di farina di castagne
  • 2 uova
  • 100 g di latte intero
  • 1 yogurt bianco naturale
  • ½ cucchiaino di bicarbonato
  • Sale q.b.

  • Per la farcitura:
    • 150 g di squacquerone
    • miele di castagno q.b.
    • 4 fave di cacao sbriciolate( io cioccolato fondente 80% in scaglie)
    Separare gli albumi dai tuorli. Mescolare i tuorli con lo yogurt e il latte. Aggiungere le farine setacciate, il bicarbonato e una presa di sale. Montare gli albumi e aggiungerli delicatamente al composto. Scaldare una padella  leggermente unta d’olio e versare due cucchiai di pastella dandogli una forma rotonda cuocendo i blinis da entrambi i lati. Una volta cotti conservare i blinis gli uni sugli altri coperti da un canovaccio.
    Tostare le fave di cacao in una padella per liberarle dalla pellicola. Tritarle schiacciandole con un piccolo matterello.
    Montare la preparazione: su ciascun blini distribuire un cucchiaino di squacquerone, un pizzico di fave di cacao sbriciolate e una punta di miele di castagno.



    mercoledì 17 ottobre 2018

    Roast beef con salsa gravy al Porto e Stilton: ed è subito M'EAT!











    Intramontabile nella versione classica, confortevole in quella casalinga ma soprattutto stupefacente nelle molte e gustosissime versioni possibili.
    Scopritele con noi su M'EAT, dove troverete tutto quello che non sapete ed invece è l'ora di scoprire su questo secondo piatto di carne amato da tutti.
    Trovate anche questa mia ricetta per intero: Roast beef con salsa gravy al Porto e Stilton!


    martedì 16 ottobre 2018

    Il Pane é Oro! Brodetto con polpette di gamberi e bread pudding.




    Si parla di Pane in occasione della Giornata Mondiale del Pane ma si parla anche di grande cucina. Così grazie alla rubrica Avanzi Tutta del magazine Mag Abuot Food, l'incontro tra una delle menti più geniali del mondo culinario e gastronomico, quella di Massimo Bottura, e l'alimento cardine di ogni tradizione culinaria, sua Maestà il pane.

    Ci siamo cimentate in una seria di ricette importanti, tratte dal testo "Il Pane è Oro", trovate qui tutte le nostre accattivanti proposte tra qui la mia: "Brodetto con polpettine di gamberi e bread pudding".

    giovedì 27 settembre 2018

    Burre Nièr o Apple Butter per il Club del 27







    Sono segnali quasi impercettibili ma ci sono. L'aria della prima mattina che da soffocante si fa prima mossa e poi frizzante, i bordi delle foglie che iniziano ad accartocciarsi e ad ingiallire; le ombre della sera che compaiono ogni giorno con qualche minuto di anticipo.
    Sono dettagli che non consideriamo più ma che annunciano a fine dell'estate. Le sveglie puntate sui comodini, le caffettiere che borbottano sul fuoco mentre il sole sorge. Anche le imprecazioni in mezzo al traffico e il segno del costume che sbiadisce sulla pelle e ti accorgi di essere di nuovo bianca in quel punto in cui prima si scorgeva un briciolo di color  l'oro.
    Arrivederci estate, ci vediamo tra un anno.
    Io intanto riparto con le sane, buone, preziose abitudini ed è subito Club del 27.
    Il libro stavolta è un interessantissimo e ben fatto testo sulle conserve possibili "Preserving" di Emma McDonald.
    Questo il banner come sempre splendido della Mai.
    Questo il mio contributo

    Beurre Nièr o Apple Butter

    Ingredienti per 4 vasetti da conserva

    1 litro di sidro
    1, 3 kg di mele da tavola, private del torsolo, pelate e tagliate a fette
    1 bastoncino di liquirizia (circa 4 cm) finemente tritato
    350 g di zucchero semolato ogni 600 ml di purea di mele
    2 cucchiaini di cannella in polvere
    1 cucchiaino di pimento (pepe della Giamaica) macinato
    1/2 cucchiaino di chiodi di garofano macinati
    succo e scorza di 1 limone
    Sanificate i vasetti che serviranno per conservare il beurre nièr o apple butter, viene chiamato con entrambi i nomi.
    Versate il sidro in una casseruola grande e dal fondo pesante, portate ad ebollizione e fate bollire per almeno 20 minuti o comunque il tempo necessario affinché risulti ridotto della metà.
    Unite le fettine di mela e fate cuocere sobbollendo per circa 40 minuti; fino a quando le mele risulteranno tenere e pastose. Ricordate di mescolare spesso per evitare che il composto si attacchi al fondo della casseruola durante la cottura.
    Aggiungete la scorza, il succo del limone e liquirizia sempre mescolando; fate cuocere per almeno 5 minuti. Trascorso questo tempo il composto dovrebbe essere asciutto e non dovrebbe esservi liquido in eccesso sul fondo della casseruola.
    Togliete la purea ottenuta dal fuoco, pesatela e rimetterla sul fuoco con la quantità di zucchero necessaria (350 g : 600 ml di purea di mele) poi unite la cannella, il pepe della Giamaica e i chiodi di garofano macinati.
    Continuate a mescolare finché lo zucchero non risulterà del tutto sciolto e fate cuocere a fuoco delicato all'incirca per un' ora, o comunque fino a quando il composto si sarà inspessito. Invasate il composto ottenuto nei vasetti sanificati e riscaldati.
    Coprite con un disco cerato o pellicola da cucina e provvedete a tappare con cura i vasetti.
    C
    onservate in un luogo fresco, asciutto e buio per almeno tre mesi prima di consumarlo per consentire all'Apple Butter, o Beurre Nièr , di “maturare” e scurirsi.






    martedì 25 settembre 2018

    BACK TO BREAD! Il mio cestino del pane per Mtc-scool.

    Da bambina io non lo mangiavo, il pane.
    Non che nutrissi per lui una qualche particolare avversione, semplicemente non mi interessava; con tutto quello che una tavola poteva offrire ai miei occhi golosi e al mio palato bambino, l'ultimo dei mie pensieri era il pane.
    Prosciutti, formaggi, salame, il mio preferito allora. Lo sguardo inchiodato sul pollo fumante ma il naso dentro forno con le lasagne e la testa, la più subdola, già proiettata là, verso il traguardo, la teglia di tiramisù, unico, sacro momento dell'intera settimana in cui avrei avuto l'immenso piacere di accedere al caffè: l'infinito ed oltre.
    E così il povero pane veniva da me bellamente ignorato e questo era l'argomento domenicale per eccellenza:
     " Questa figliola non mangia pane. Hai sentito??? La tu figliola non mangia il pane, Piccinina. " e giù tutti a dire la loro sull' interessantissimo argomento. " Secondo me non va mica bene sai, il pane fa bene."  
    Grande intuizione, in effetti.
    Loro hanno continuato ad offrirmelo, in ogni occasione, per molto, molto tempo e io per molto, molto tempo, ho risposto 
    " Ora non mi va" pensando in realtà
     " Mangiatevelo voi". 
    E , sì, lo so bene che mangiatevelo voi non è corretto grammaticalmente, che è corretto dire mangiatevelo o mangiatelo voi ma all'epoca ero una bambina e pensavo esattamente mangiatevelo voi!
    Poi, probabilmente distratti da un nuovo, imprescindibile caso famigliare e , nel profondo, rassegnati hanno smesso di farlo. Io, essendo cresciuta e, fortunatamente, dotata di un minimo di cervello ho iniziato prima a mangiare il pane e poi ad apprezzare i pani e le mille declinazioni che questo alimento fondamentale e preziosissimo può assumere.
    Viva il pane, ora e sempre. Ma il pane io non lo faccio, non lo so fare. Il pane è un ricordo, forse sbiadito, ma non cancellato dal tempo, e se io mi ricordo ancora di quella storia vecchia, lui si ricorda ancora di me e si vendica. Ecco perché io semplicemente non lo faccio; il pane.
    E il pane oggi si vendica, ha aspettato buono, buonissimo e ora che lo amo si vendica.
    Mi diventa materia di studio, ci devo fare il compito in classe. Sbuffo un pò, mi ribello. Con un colpo accusato dal basso ho di nuovo 16 anni e devo fare il cestino del pane. 
    Come il compito di Greco, io lo sapevo il greco, teoricamente ero brava in greco, studiavo e mi piaceva, ma sbagliavo sempre qualcosa nel compito in classe, qualcosa di importante. Evidentemente  
    Alla fine dell'anno c'avevo 5 allo scritto e 9 all'orale.
    Insomma mi sono detta, ora studi, poi ti eserciti e poi fai un gran bel compito. Punto.
    Ed è quello che ho cercato di fare. Il mio cestino è assolutamente classico, non ho modificato praticamente nessuna delle tecniche, anche ingredienti e quantità sono invariati. Ho soltanto sostituito nei biove una piccola parte di farina 0 con farina semi integrale e spolverato i crackers con sale all'glio fatto da me in casa con erba aglina. Sono rimasta fedele a tutto ed ho ottenuto un pane per me stupefacente, sono onesta, non credevo che si potessero fare pani così buoni. 
    Le dispense su cui ho avuto il grande piacere di studiare mi sono parse perfette.
    Le bambine sono state così contente da mangiarne tantissimo, via via che lo sfornavamo. Io e marito ci siamo innamorati di tutto.Devo ringraziare Mt-scool che inizia con il botto.
    Il mio menù è un menù che parla di quello che eravamo ieri e parla anche di quello che siamo oggi e della mia amatissima terra, la Toscana.



                         Menù di Terra per il pranzo della Domenica di ieri e di oggi

        Selezione di affettati e formaggi toscani serviti con miele di castagno, composta di             cipolle e confettura di zucca e bergamotto

          Zuppa di funghi e fagioli con olio alla      nepitella e croste di parmigiano soffiato 

          Pollo affumicato e poi cotto "al mattone" accompagnato da fagioli al piatto e salvia fritta 

               Insalata di ovuli freschi,prezzemolo e aglio
                                            --------------------------                    Tiramisù al tabacco e rum con sentore di         mandarino

    Il mio cestino del pane classico

    Biove semintegrale

    Per 4-6 persone
    350 g di farina 0
    150 g di farina semintegale
    300 ml di acqua
    20 g di strutto (o burro o olio extravergine di oliva)
    20 g di lievito di birra (anche 10 o 5)
    10 g di malto
    8 g di sale fino (un cucchiaino da tè colmo)
    Attrezzatura:
    Setaccio
    Spianatoia di legno
    1 raschia a trapezio
    2 canovacci puliti
    2 supporti per aiutare lo sviluppo dell’impasto verso l’alto al momento della lievitazione
    (vedere procedimento – vanno bene anche 2 pacchi di zucchero o farina)

    Setacciate la farina e formate una fontana sulla spianatoia; fate una fossetta su un lato
    e mettetevi il sale. sbriciolate il lievito di birra nel centro.
    Versate l’acqua con delicatezza per non farla tracimare.
    Raccogliete un poco di farina dall’interno dell’anello della fontana e cominciate a
    impastare, aggiungendo via via altra farina; unite il sale, lo strutto e il malto,
    continuando a incorporare altra farina fino a quando non avrete ottenuto una pastella
    abbastanza consistente, quindi coprite tutto con la farina della fontana.
    Aiutandovi con la raschia sollevate parte della pastella e premetela sulla cima della
    montagnetta; proseguite in questo modo lungo tutto il perimetro della fontana, in modo
    da fare assorbire l’acqua dalla farina.
    Cominciate a impastare con le mani e valutate se è il caso di aggiungere un altro poco di
    acqua: dovrete ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso. Lavorate e battete la
    pasta con forza sul piano di lavoro per 8-10 minuti, infine formate una palla con
    l’impasto, copritela a campana con una ciotola e fate riposare per 20 minuti.
    Trascorso questo tempo dividete l’impasto in due, formate due filoni stretti e stendeteli
    in rettangoli molto lunghi (1,5-2 metri) e sottili (3-4 mm di spessore), larghi 6 o 7 cm. A
    mano a mano che stendete l’impasto, arrotolatelo come se fosse una garza: otterrete
    due grossi rotoli. Infarinate abbondantemente un canovaccio pulitissimo. Appoggiate sul piano di lavoro
    uno dei due supporti – può essere un pacco di zucchero. Copritelo con un lembo del
    canovaccio infarinato, che stenderete sul piano di lavoro dal lato lungo. Adagiate sul
    canovaccio un rotolo di impasto, tenendo la falda sotto e appoggiando la chiocciola
    contro il lato dove c’è il supporto. Sollevate un lembo di tessuto dall’altra parte della
    chiocciola creando un divisorio. Appoggiate la chiocciola del secondo rotolo di pasta
    contro il divisorio di tessuto infarinato, sollevate il canovaccio all’altezza della seconda
    chiocciola e appoggiateci contro il secondo supporto. Questa disposizione consentirà di
    dare all’impasto una spinta anche in verticale, in fase di lievitazione.
    Coprite gli impasti con l’altro canovaccio e fate lievitare, al riparo da correnti d’aria,
    per 30-40 minuti.
    Preriscaldate il forno a 200 °C in modalità statica.
    Prendete delicatamente i rotoli di impasto e tagliateli a metà per il lungo (la chiocciola
    dovrà risultare divisa a metà) aiutandovi con la raschia o con un coltello a lama liscia.
    Sistemate i pani su una teglia con il taglio rivolto verso l’alto e incidetelo ulteriormente
    con una lametta per 1 cm di profondità.
    Infornate il pane e fatelo cuocere per 25-30 minuti.
    Estraetelo dal forno e bussate con le nocche sul fondo: se suona vuoto è cotto,
    altrimenti rimettetelo in forno, abbassate la temperatura di 10 °C e rimettetelo in forno
    fino a cottura ultimata.
    Fatelo raffreddare su una gratella prima di servirlo.









    Cazzotti classici

    500 g. di farina
    2 g di lievito di birra
    1 cucchiaino di sale
    350 ml di acqua
    1 o 2 cucchiai di olio, facoltativo

    Sciogliete il lievito in due dita di acqua.
    In una bacinella grande mescolate la farina con il sale (e
    l'olio), aggiungere tutta l'acqua e quella con il lievito e
    mescolare velocemente con una forchetta.
    Coprite con della pellicola lasciate questo impasto grezzo e
    appiccicoso a riposare per circa 18/20 ore a temperatura ambiente
    (in estate ne bastano 12/15).
    Dopo il riposo l'impasto si sarà alzato e riempito di bolle.
    Rovesciarlo su un piano di lavoro infarinato e spolverarlo di
    farina.
    Con una spatola dividete l'impasto in 7 pezzi e procedete alle 3 o
    4 pieghe per ogni singolo pezzo: prendere un lembo di impasto,
    allungatelo verso l'esterno e poi ripiegatelo al centro, prendete
    un lembo opposto di impasto, tiratelo e ripiegatelo al centro, e
    fate lo stesso con un altro (o un paio se ci si riesce) lembo di
    impasto.
    Disponete un canovaccio pulito su un vassoio o sul piano di
    lavoro, spolverate con farina o semola rimacinata e mettete ogni
    panino con la parte delle pieghe a contatto del canovaccio (lo si
    prende con la spatola e lo si ribalta sul canovaccio). Spolverate
    ogni panino con della semola, coprite con un altro canovaccio e
    lasciate riposare un paio di ore.
    Scaldate bene il forno e la leccarda a 230°C. Velocemente
    ribaltate ogni panino sulla teglia calda in modo che le pieghe
    ritornino sopra e cuocete i panini per circa mezz’ora. Dopo 15/20
    minuti abbassate il forno a 210° e disponete i panini sulla
    griglia.



    Grissini classici e crackers aromatizzati all'aglio

    Ingredienti base per entrambi

    500 g di farina 0
    230 ml di acqua
    60 g di olio extra vergine d’oliva
    15 g di sale
    5/10 g di lievito di birra

    Setacciare la farina su un piano da lavoro, fare la fontana , aggiungere l’acqua in cui si è
    sciolto il lievito di birra, l’olio e su un lato, sopra la farina, il sale.
    Impastare fino ad ottenere una massa morbida, che si stacchi facilmente dalle mani.
    Trasferire in una ciotola, coprire e lasciar lievitare fino al raddoppio.

    Per i crackers
    Ribaltare l’impasto sul piano da lavoro, appiattirlo e poi stenderlo fino ad ottenere una
    sfoglia molto sottile.
    E’ possibile anche staccare un pezzo alla volta di 100 g circa e stenderlo con la macchina
    per la pasta.
    Formare i crackers con una rotella dentellata o con un coppapasta e bucherellare la
    superficie con i rebbi di una forchetta. Trasferire nella teglia rivestita di carta da
    forno. Fare un’emulsione con 50 g di olio e 50 ml di acqua e spennellare i crackers;
    spolverizzare con fiocchi di sale o sale grosso, nel mio caso fiocchi di sale all'aglio.
    Infornare a 200° e cuocere per 10 minuti,
    fino ad ottenere una doratura uniforme.
    Togliere dalla teglia e lasciar raffreddare completamente. Riporre in un contenitore a
    chiusura ermetica

    Per i grissini
    Ribaltare l’impasto sul piano da lavoro, appiattirlo delicatamente senza sgonfiarlo e con
    una spatola ricavarne dei tronchetti.
    Rotolare e contemporaneamente allungare la pasta spolverando con della farina di
    semola, facendo attenzione a non lavorarla eccessivamente.
    Trasferire nella teglia rivestita di carta da forno.
    Infornare a 200° e cuocere per 10 minuti, fino ad ottenere una doratura uniforme.
    Togliere dalla teglia e lasciar raffreddare completamente. Riporre in un contenitore a
    chiusura ermetica.
    Nota: nel mio caso i grissini sono stati realizzati in tre formati: classici stretti e lunghi, grossi con incisione al centro e intrecciati.


    Focaccia classica

    600 g di farina 0
    340 g di acqua
    8 g di malto d’orzo
    48 g olio extravergine
    6 g lievito di birra fresco

    In un ciotola mettete l’acqua, il malto e il lievito e sciogliete bene, poi aggiungete l’olio
    d’oliva ed amalgamate con una frusta. Aggiungete la metà abbondante della farina e
    amalgamate ai liquidi velocemente con una forchetta. Aggiungete il sale ed incorporate.
    Versate la restante farina e aiutandovi con una spatola, con cui fate dei tagli idratate
    incorporando la farina.
    Appena la farina sarà incorporata (serviranno pochi minuti, rovesciate l’impasto su un
    piano non infarinato. Massaggiate l’impasto facendo pressione con il polso della mano,
    basta in tre punti in orizzontale, poi rovesciate l’impasto chiudendolo su se stesso
    aiutandovi con la spatola.
    Fate questo passaggio altre due volte. Dopo la terza volta vi accorgerete che l’impasto
    inizia ad avere un po’ di elasticità (premendo con un polpastrello non rimarrà la fossetta
    ma l’impasto tende a rialzarsi) vi dovete fermare. Adesso date all’impasto una forma
    leggermente ovale e con la mano iniziate ad arrotolarlo dall’alto in basso dando una
    leggera pressione. Ruotate l’impasto appiattitelo leggermente, quel tanto da renderlo un
    po’ ovale e ripiegatelo su se stesso fino a chiuderlo bene. Chiudete sotto anche i lati del
    rotolo con i palmi delle mani, creando un impasto a palla.
    Trasferite l’impasto in una ciotola leggermente infarinata e coprite con pellicola e mettete
    a lievitare per un ora.
    Dopo un ora rovesciate l’impasto lievitato sul piano di lavoro leggermente infarinato.
    Con delicatezza con i polpastrelli picchiettate tutto l’impasto, si formeranno tante fossette.
    Arrotolate l’impasto su se stesso partendo dall’alto e chiudendolo senza stringere.
    Trasferite l’impasto nella ciotola, con la chiusura in basso e fatelo lievitare coperto per un
    ora
    Ripetete questa ossigenazione della pasta per altre due volte a distanza di un ora.
    Prima della terza ossigenazione dividete l’impasto per le teglie che userete. Per una teglia
    30x40 bastano 650 g, con questo impasto potete preparare anche una teglia più piccola da
    25x30
    Trascorsa un ora dalla terza ossigenazione l’impasto è pronto per essere messo nella
    teglia. Ungete bene con olio le teglie che vi serviranno.
    Rovesciate con attenzione l’impasto nella teglia. Con i polpastrelli picchiettate tutto
    l’impasto, partendo dal centro verso i quattro angoli della teglia, premendo solamente
    senza allargare. La pasta un po’ alla volta si allargherà. Quando si sarà già abbastanza
    allargata è il momento di girarla. Con attenzione appoggiare un lembo dell’impasto
    sull’avambraccio e alzandolo con l’impasto ruotate la pasta. Riprendete a picchiettare la
    pasta, se vi sembra che non si allarghi non tiratela e lasciatela riposare 10 minuti poi
    riuscirete a stenderla bene. Coprire e fatela riposare per 30 minuti.
    Irrorate la focaccia con un emulsione
    di 3 cucchiai d’olio e 3 cucchiai d’acqua con un po’ di sale. Coprite e mettete a lievitare
    per un’ora
    Cuocete in forno a 250 °C per 13 minuti circa
    Appena cotta spostatela dalla teglia e mettetela su una griglia.








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    venerdì 7 settembre 2018

    Tempo di Porcini su Mag About Food!






































    Estremamente fortunata non ho mai dovuto acquistare un fungo porcino in tutta la mia vita. Li va a cercare, di prima mattina e me li porta freschi , ancora profumati di bosco, il mio babbo.
    Estremamente fortunata ho imparato a conoscerli, pulirli e cucinarli al meglio guardando mia mamma mentre lo faceva, ed ero ancora una bambina.
    Così oggi vi invito ad andare qui e scoprire tutto ciò che c'è da scoprire sul Re del bosco, talmente versatile ed eclettico da aprire la stagione estiva, attraversarla e chiuderla. 
    Un grande grazie alla squadra di Mag about food, è sempre bello lavorare con voi, viva sempre Mtc!

    mercoledì 25 luglio 2018

    Tutto quello che avresti voluto sapere sulle possibilità della tua dispensa!



    Apriamo le dispense e liberiamo la fantasia!!!
    Tutto quello che avreste voluto sapere sulle possibilità delle vostre dispense lo trovate come sempre qui.
    Avanzi Tutta, Mag about food, Mtc.

    lunedì 16 luglio 2018

    Una splendida grigliata per Passiamole in Rivista!




    Nuovo imperdibile appuntamento con Passiamole in Rivista, sempre per l'amato Mag abuout Food di Mtchallenge, sempre qui.
    Oggi si va alla scoperta delle ultime tendenze in fatto di griglia e ci sono anch'io con questi spiedini gustosissimi di pescespada e verdure di stagione!

    mercoledì 27 giugno 2018

    Il mio open sandwich per il Club del 27



    Di nuovo l'imperdibile appuntamento con il Club del 27.
    Di nuovo voglia di cucinare, di confrontarsi, di condividere. 
    Stavolta il tema è molto colorato e divertente, si tratta degli open sandwiches, basati sul concetto nordico di Smørrebrød e più in generale di Smörgåsbord. 
    Se siete curiosi qui trovate tutte le informazioni sulla storia e gli usi legati a questo argomento.
    Le ricette provate da noi sono tutte ricette servite su fette di pane di segale o di multicereali; sono  gustose, invitanti e perfette per la stagione estiva !

    Io ho scelto di preparare questo a base di funghi perché ho avuto la fortuna di riceverne in dono un cestino meraviglioso, se avete la mia stessa fortuna provate questo sandwich e non rimarrete delusi.


    Creamy mushrooms on toast ovvero open sandwich ai funghi cremosi



    Ingredienti:
    • 600 g funghi
    • 300 g finferli (io misti finferli e porcini)
    • 1 cucchiaio burro salato
    • 4 rametti di timo più fiori di timo (opzionali), per servire
    • Zeste di mezzo limone, grattata
    • Succo di mezzo limone
    • 100 ml panna da cucina liquida
    • ½ cucchiaino noce moscata appena macinata
    • Scaglie di sale marino
    • Pepe nero macinato fresco
    • 4 fette di pane a livitazione naturale meglio se a base di segale speziato o pane ai multicereali.
    procedimento
    Pulite i funghi e tagliateli in parti, senza lavarli. Sciogliete il burro in una padella ampia, ci deve essere molto spazio per i funghi altrimenti tendono a bollire invece che friggere. Saltate entrambi i tipi di funghi con un rametto di timo fino a quando non risultano belli dorati. Aggiungete la scorza e il succo di limone, la panna, la noce moscata e lasciate cuocere per 2-3 minuti a fuoco basso. Aggiustate di sale e pepe. Mentre i funghi stanno cuocendo, tostate le fette di pane. Ponetele su un piatto da portata, dividete la crema di funghi tra le fette di pane, decorate con i fiori di timo (se li avete) e servite subito.



    Il nostro banner bellissimo sempre ad opera della mitica Mai Esteve!