venerdì 20 dicembre 2019

Jacket Potatoes ripiene di cavolo nero, zucca, salsiccia toscana e Panforte di Siena

Eccoci giunti all'ultimo dei tre appuntamenti con i Flash Mob tutti dedicati ai profumatissimi, intensi di sapore, e protagonisti in questo periodo dell'anno, i dolci senesi!
Per questa giornata il gioco è stato quello di provare ad elaborare un pensiero salato a partire da un prodotto di grande pregio e di natura perfettamente dolce come è il Panforte di Siena; ho vagato per giorni nel tentativo di scovare un'idea di ricetta che fosse capace di concretizzare questa volontà culinaria e sono approdata felicemente qui: 


L'immagine può contenere: cibo



Jacket potatoes ripiene di cavolo nero, zucca, salsiccia toscana e Panforte di Siena
Per 4/6 persone

4/5 patate
120 g di salsiccia toscana molto pepata(o piccante)
200 g di cavolo nero e zucca(precedentemente stufati in padella con olio extravergine d’oliva e aglio in camicia)
50 g di parmigiano reggiano stagionato 36 mesi
50 g di Panforte( qui del Forno di Rovacciano)
25 g di panna acida (per finitura del piatto)
sale

Lavate, strofinate e forate le patate con i rebbi di una forchetta. Spennelate con olio, se lo desiderate.
Fate cuocere in forno a 200° per 55/75 minuti, o comunque fino a quando le patate risulteranno tenere.
Tagliate ogni patata a metà nel senso della lunghezza, estraete la polpa, lasciando un guscio sottile; tenete da parte.
In una padella piccola, fate
saltare in una noce di burro il misto di cavolo nero e zucca precedentemente stufati per un paio di minuti, affinché si asciughino ed insaporiscano bene, infine aggiustate di sale.

Scaldate una padella antiaderente e fatevi rosolare a fuoco vivace per tre minuti la salsiccia,dopo averla sbriciolata, poi eliminate il grasso che si sarà formato sul fondo e riportate la padella su fuoco sostenuto, unitevi quindi il Panforte di Siena che avrete precedentemente tritato al coltello. Fate saltare il tutto per pochi minuti poi tenete da parte.
In una grande ciotola, schiacciate la polpa delle patate poi aggiungetevi
il composto di cui sopra, il cavolo e la zucca stufati, il parmigiano e ¾ del quantitativo di salsiccia e panforte; mischiate bene e aggiustate di sale e pepe.
Farcite con il composto i gusci di patate e aggiungete
un paio di cucchiaini di panna acida sopra ogni patata e distribuitevi sopra anche la salsiccia e il panforte tenuti da parte.
Fate cuocere su di una teglia in forno a 200/215 ° C per 15-20 minuti finché le patate non saranno dorate,
fumanti ed invitanti.


I ringraziamenti ancora una volta sono d'obbligo per tutti coloro ai quali devo la possibilità di aver potuto sperimentare con delle eccellenze gastronomiche della mia regione, che già amavo profondamente e che oggi riesco a vedere con occhi, e a gustare con il palato, diversi. Grazie al Calendario del Cibo Italiano e a Manuela, a Sabrina, alla Cna di Siena e Cna food&Tourism di Siena, grazie al Forno di Ravacciano.

mercoledì 11 dicembre 2019

Madeleines al Vinsanto e Ricciarelli


Quando ero solo una bambina bionda e spettinata l'unica libreria universitaria di una piccola cittadina poco conosciuta e molto provinciale come era allora la mia amata Pistoia era della mia famiglia.
Nel periodo natalizio mio nonno riceveva in dono dai clienti più affezionati cesti ricchi e colmi di leccornie che ai miei occhi, allora bambini, apparivano come la chiave dorata capace di aprire le porte del paradiso dei sensi. In mezzo a tutta quella meraviglia troneggiava sempre una scatola di Ricciarelli di Siena artigianali; io aspettavo con trepidazione la sera della viglia di Natale per poter affondare, come ultimo atto del Cenone, le mani nella scatola e portane finalmente uno alla bocca, poi lo addentavo sicura, aspettando l'esplosione di sapore che solo il matrimonio tra mandorle e arancia riusciva a suscitare sulla mia lingua e ad avvolgere il mio palato. 
Da allora per me i Ricciarelli hanno il gusto dell'infanzia, la loro essenza rappresenta l'intima relazione che mi lega alla gioia del Natale e la spensieratezza di un tempo lontano in cui l'unica responsabilità possibile era quella di essere semplicemente e banalmente felice. Oggi sono anche intrinsecamente legati al gusto sottile e struggente del ricordo; profumano d'amore, di famiglia e di un sentimento più recente e tipicamente adulto quello della nostalgia. 
In qualche modo i Ricciarelli sono per me quello che per Proust sono state le madeleines, per questo ho scelto di usarli proprio per realizzare una versione del tutto personale di questo pasticcino.
Non posso che ringraziare, con autentico trasporto e malcelata commozione, il Calendario del Cibo Italiano, la Cna Food & Tourism di Siena e Sabrina per avermi dato la possibilità di emozionarmi e partecipare al Flash Mob di oggi. Ringrazio anche il Forno Ravacciano per averci donato, probabilmente, i migliori Ricciarelli che abbia mai assaggiato.

Madeleines al Vinsanto e Ricciarelli

120 g di uova
120 g di zucchero semolato
115 g di farina 00
100 g di burro fuso
3 g di lievito per torte
2 cucchiaini di Vinsanto pistoiese artigianale
2 Ricciarelli di Siena( qui del Forno di Ravacciano)

Montate bene con fruste elettriche le uova con lo zucchero per cinque minuti circa.
Unite delicatamente la farina e il lievito, precedentemente setacciati insieme; aggiungete il Vinsanto e mescolate con cura. Unite infine il burro fuso tiepido poi coprite la pastella ottenuta e fatela riposare in frigorifero per una notte intera.
Trascorso questo tempo distribuite il composto negli appositi stampi per madeleines e ricopritene la superficie con 2/3 di granella di Ricciarelli ottenuta sbriciolandoli, quindi infornate in forno portato a 250° C e abbassate subito la temperatura a 220° C; fate cuocere per 8 minuti, sfornate e spolverate le madeleines ancora calde con la restante granella di Ricciarelli di Siena.


martedì 3 dicembre 2019

Insalatina tiepida di lingua e Panpepato spadellato


Da buona toscana quale sono amo profondamente i dolci senesi, anzi, posso affermare senza indugi che a casa mia non possono esistere festività natalizie senza Panpepato, Panforte e Ricciarelli.
Ecco perché sono particolarmente felice di poter dare oggi il mio, piccolo ma sentito, contributo per celebrare la giornata del Panpepato all'interno di quello splendido progetto condiviso che è il Calendario del Cibo Italiano.

Partecipare al flash mob organizzato oggi in onore di questo piccolo e prezioso tesoro che rappresenta una delle eccellenze nel panorama gastronomico italiano, è un onore oltre che un piacere; pensare ad una ricetta in grado di valorizzare un prodotto già perfetto di suo non è stato semplice ma, certamente, è stato molto istruttivo e stimolante. Ho voluto darne un interpretazione salata perché a mio avviso il gusto e il profumo del Panpepato, con la sua parte candita a base di melone e cedro e la forte speziatura di pepe nero, ben si sposano con le carni bollite; al tempo stesso ho scelto di lavorarlo il meno possibile perché, come precedentemente accennato, adoro assaporarlo anche in purezza.
Vorrei ringraziare, oltre al Calendario del Cibo Italiano, Sabrina, fantastica ambasciatrice della storia e dell'amore che stanno dietro alla realizzazione di questo prodotto unico nella tradizione italiana dei dolci di Natale, ed , in particolar modo vorrei ringraziare il Forno di Ravacciano che ci ha gentilmente omaggiato dei suoi prodotti, sulla qualità altissima dei quali si potrebbe scrivere un trattato, permettendoci così di comprendere e apprezzare a pieno l'essenza e la consistenza del Panpepato e di mettere in gioco la nostra creatività culinaria con lui.


Insalata tiepida di lingua e Panpepato spadellato

per 2 porzioni

2 fette di lingua di vitello bollita di circa 1/2 cm
25/30 g di Panpepato
2 fette di pane toscano
salsa verde
radicchio rosso e verde
olio extravergine d’oliva di nuova spremitura
sale

per la salsa verde
60 g di prezzemolo fresco
50 g di olio extravergine d’oliva di nuova spremitura
½ cucchiaio di capperi sotto sale, lavati ed asciugati
25 g di aceto
25 g di cetriolini sotto aceto
30 g di pane raffermo
sale

Per realizzare la ricetta è necessario per prima cosa preparare la lingua di vitello, precedentemente lasciata per 24 ore in ammollo con acqua e sale, facendola bollire per 40/50 minuti in un brodo vegetale fatto con carota, sedano e cipolla. Una volta pronta la lingua fatela raffreddare e tagliatela prima in fette di circa mezzo cm, poi a cubetti irregolari e tenete da parte.
Preparate la salsa verde: mettete in ammollo nell’aceto la mollica di pane, strizzatela e aggiungete tutti gli ingredienti, puliti e lavati, e, con l’ aiuto di un frullatore ad immersione, frullate e montate il tutto aggiungendo l’olio a filo. Aggiustate di sale e conservate in frigo.
Nel frattempo tagliate a cubetti il pane e fatelo tostare brevemente in forno modalità grill a 170°C per un paio di minuti e tenetelo in caldo, quindi procedete con la lavorazione del Panpepato: tagliatelo a cubettini irregolari, fate scaldare a fuoco vivo in una padella antiaderente un filo d’olio extravergine d’oliva(olio nuovo) e fatevi rosolare i cubetti di Panpepato spadellandoli per non più di due minuti. Tenete in caldo.
In una ciotola capiente unite la lingua, il Panpepato e il pane ancora tiepidi, condite con un filo d’olio e aggiustate di sale.
Servite la vostra insalatina con la salsa verde e foglie di radicchio verde e rosso.

 






lunedì 2 dicembre 2019

Mincemeat-ventagli con dip alle clementine.

Quella della Mince Pie è una lunga tradizione di origine anglosassone, originariamente nata come piatto salato delle feste, vanta oggi un'infinita serie di ricette dolci veramente intriganti.
Da tradizione, e per ovvie necessità legate alla giusta maturazione del gusto, la farcia delle mince viene preparata con largo anticipo e lasciata a riposare per alcune settimane; quindi nei giorni di poco precedenti al Natale la mince viene realizzata interamente e poi servita come dolce delle Feste.
Quest'anno abbiamo deciso di provarci e se volete farci compagnia nel nostro viaggio alla scoperta di questo intrigante piatto iconico della tradizione anglosassone non vi resta che seguirci sui nostri qui.
La mia scelta è ricaduta su degli stuzzicanti ventagli di sfoglia, ripieni di mincemeat  e accompagnati da un dip cremoso alle clementine.

Mincemeat-ventagli con dip alle clementine


PRIMO STEP: REALIZZIAMO LA MINCEMEAT  PER IL RIPIENO



Per la mincemeat dolce

1 mela Bramley grande o 2 piccole
200g di uva sultanina e uva malaga
200 g di uva di Corinto( ribes essiccati)
200 g di mirtilli rossi essiccati
1 cucchiaio di marmellata di clementine
200 g di zucchero di canna
2 arance scorza e succo
200 g di mandorle tritate
pizzico di sale
1 cucchiaino di spezie miste(  zenzero, chiodi di garofano, noce moscata, macis)
100 ml di alcol(come brandy, whisky o rum )

Preriscaldate il forno, statico, a 180 ° C .
Cuocete le mele private del torsolo su una teglia per circa 25 minuti, fino a quando saranno molto morbide.
Una volta pronte ricavate la polpa delle mele, mettetela in una ciotola capiente ed unitevi tutti gli altri ingredienti, secchi e liquidi, un po' per volta, mescolando con cura affinché risulterà tutto ben amalgamato. Conservare questo in un contenitore coperto in frigorifero fino a quando necessario e mescolare regolarmente.

Non esiste una sola ricetta per preparare una mincemeat gustosa, qui in Mtc trovate una carrellata speciale di possibili mincemeat, una più intrigante dell'altra.

SECONDO STEP: ULTIMIAMO LA NOSTRA VERSIONE DI MINCE PIE

Per 12/14 ventagli di sfoglia ripieni di mincemeat

375 g di pasta sfoglia stesa( pronta o fatta in casa)
latte e zucchero semolato per le finiture

per il dip alle clementine

2 clementine intere,non trattate, lavate
450 ml di doppia panna(oppure 200 ml di panna liquida + 150 g di mascarpone)
15 g di zucchero a velo
1 bicchierino di liquore all’arancia(Grand Marinier o simile)


Il giorno prima di fare triangoli, fate bollire le due clementine intere in una casseruola d'acqua per 1 ora e mezza. Assicuratevi che l'acqua copra sempre la frutta.
Quando le clementine saranno morbide, scolatele e frullatele intere in un frullatore insieme alla doppia panna e allo zucchero, fino a ottenere una consistenza morbida e cremosa. Trasferitela in un contenitore coperto e tienete in frigorifero fino al momento di servire.
Tagliate la pasta sfoglia in quadrati di 7-8 cm mettete un cucchiaino di mincemeat precedentemente preparata al centro di ogni quadrato quindi piegate la pasta per formare un triangolo e sigillate i bordi bagnandoli con del latte, se necessario.
Preriscaldate intanto il forno a 180 ° C.
Mettete lo zucchero semolato in una ciotola poco profonda; spennellate i triangoli con poco latte e poi passateli nello zucchero.
Trasferiteli su una teglia da forno ricoperta con carta forno e cuocete per circa 15/20 minuti, fino a quando non diventeranno di un marrone dorato e vi si sarà formata la crosticina di zucchero.
Unite il liquore all'arancia alla crema e servitela con i vostri triangoli ancora caldi. 



E adesso correte in Mtc e lasciatevi travolgere e conquistare dalle splendide proposte di Mince Pie del bell'articolo di Silvia, perché, come dice lei, UNA MINCE PIE E' PER SEMPRE!











mercoledì 27 novembre 2019

La mia torta all'arancia, olio d'oliva e farina fioretto per il Club del 27


Polenta sì...ma inedita e dolcissima, tutto questo grazie al mitico Club del 27.
La farina di mais per polenta la conosciamo ed amiamo tutti, è un ingrediente semplice e povero  capace però di grandi trasformazioni, non ultime quelle poco conosciute, quelle impensate, e invece vincenti, come le preparazioni dolci.
Il nostro Club si è cimentato così nella realizzazioni di alcuni dolci in cui è la farina di mais a far da protagonista ed i risultati potete gustarli tutti qui.
La mia scelta è caduta su questa torta con arancia ed olio extravergine d'oliva, ne sono rimasta più che soddisfatta: è davvero un'ottima torta, adatta alle occasioni più disparate.





Torta all'arancia, olio d'oliva e farina di mais fioretto
per una teglia da 23 cm di diametro

225 ml di olio extravergine d'oliva
225 g di zucchero di canna
200 g di farina di mandorle
125 g di farina di mais fioretto
2 cucchiaini di lievito per dolci
3 uova grandi
1 grossa arancia non trattata
succo e scorza di 1/2 limone

per lo sciroppo
30 ml di acqua
1/2 limone succo
1/2 arancia succo
100 g di zucchero di canna
4 bacche di cardamomo schiacciate
1 rametto di rosmarino

Fate cuocere l'arancia ben lavata intera in acqua a bollore per mezz'ora circa, poi scolatela, tagliatela a pezzi ed eliminate eventuali semi.
Riducetela in purea con un frullatore ad immersione.
Riunite tutti gli ingredienti secchi insieme e amalgamate bene, montate le uova con lo zucchero finché non otterrete una massa gonfia e soffice, aggiungetevi delicatamente la purea di arancia e l'olio. Unite infine gli ingredienti secchi e amalgamate con cura.

Fate cuocere a 180 ° C in forno statico, precedentemente riscaldato, per un'ora circa( fate comunque sempre la prova cottura poiché ogni forno fa storia a sé).
Sfornate quando cotto e fate stiepidire; nel frattempo preparate lo sciroppo facendo bollire delicatamente insieme lo zucchero, il succo degli agrumi e 100 ml di acqua. Fate sobbollire per 20/30 minuti poi aggiungete il cardamomo e il rosmarino e lasciate in infusione per altri 30 minuti; quindi filtrate lo sciroppo e spennellatevi abbondantemente la torta.
Servite così o accompagnata con yogurt bianco cremoso.
cover photo, L'immagine può contenere: acqua e cibo


lunedì 28 ottobre 2019

La mia Harvest apple pie per il club del 27


Club del 27, autunno, mele: Apple Pie!
Come già ho più volte ammesso, con malcelato fastidio in realtà, io sono una schiappa in quanto a torte di mele e , no, non è una cosa che dico così per dire, è la verità, non so fare le torte di mele.
Nessuna torta di mele, tranne le apple pie. Le apple pie le so fare, mi vengono buone e , tutto sommato carine; chissà perché, forse perché il mio assurdo cervello non riesce a considerarle delle canoniche torte di mele e liberato dal vincolo della tradizione italiana della torta soffice da credenza alla frutta, non soccombe ad un'atavica ansia da prestazione e riesce nella prestazione stessa. 
In ogni caso, scherzi ed arzigogoli mentali a parte, tra le molte possibili Apple in lista, ho scelto di provare questa Harvest apple pie e non ne sono rimasta affatto delusa: è piaciuta a tutti i lupi famelici che scorrazzano liberamente nelle lande, per niente desolate, di questa casa, gran parte del merito è da attribuirsi certamente alla gustosissima copertura croccante e burrosa al contempo.
Dimenticavo: questa Apple Pie ha visto al mio fianco una tanto appassionata ed operosa aiutante quanto impaziente assaggiatrice!

 HARVEST APPLE PIE di Lana Ross

Per teglia da 26 cm o 2 da 18 cm
per la base
250 g di di farina 00 1 cucchiaino di sale 150 g di burro 6-8 cucchiai di acqua ghiacciata 2 cucchiaini di aceto per il ripieno
3 mele Canada
3 mele Golden Delicious 125 g di farina 0 200 g di zucchero 2 cucchiaini di cannella 80 g di mirtilli rossi secchi
per la copertura
125 g di farina 0
85 g di burro 110 g di zucchero di canna 70 g di mandorle tostate e affettate Acqua ghiacciata Per la base: mescolate la farina e il sale. Mescolate l'aceto nell'acqua ghiacciata. Tagliate il burro a pezzetti e mescolatelo con la farina, ottenendo un composto a briciole, poi aggiungete gradualmente l’acqua fino a quando non avrete un impasto compatto, ma non troppo lavorato. Mettete a raffreddare per 30 minuti in frigorifero. Poi stendete la pasta e foderate la teglia, bordi compresi. Stendete la pasta rimanente e create delle foglie decorative per la copertura. Preriscaldate il forno a 180 °C. Preparate il ripieno mescolando in una ciotola la farina, lo zucchero, la cannella e i mirtilli rossi. Poi aggiungete le mele sbucciate e tagliate a pezzetti e mescolate bene, quindi, mettetele nella teglia con la pasta della base. Mescolate tutti gli ingredienti della copertura e metteteli sopra le mele coprendo con attenzione, poi aggiungete sul bordo le foglie preparate inumidendo con l’acqua ghiacciata per farle attaccare bene. Infornate e cuocete per 75 minuti, circa.








venerdì 27 settembre 2019

La mia Pizza Margherita per pizza-time del Club del 27



Riparte il Club del 27, al quale devo molto, senza dubbio alcuno gran parte della sopravvivenza di questo blog che tanto amo quanto, in realtà, trascuro.
La vita è intensa e i progetti nel cuore sono molti, il tempo sempre troppo poco...banalità soprattutto perché verità; in ogni caso io spero sempre che vengano tempi migliori e per ora questo blog è ancora casa mia perciò : oggi si pubblica!
Si pubblica per un meraviglioso appuntamento con sua Maestà la Pizza. Al tempo della sfida originale che l'ha vista protagonista , l'avvento della seconda maternità mi impedì di partecipare come invece avrei voluto; oggi ci sono con un classico. La mia scelta è caduta sulla pizza margherita perché è senz'altro la pizza che accontenta tutti gli abitanti di questa piccola casa, colorata, vissuta, disordinata e felice.
La versione originale la trovate dalla bravissima Cinzia.
Il banner di questo mese è davvero imperdibile: un' infografica d'eccezione abbinata ad un giochino molto divertente. Cliccate qui.



L'immagine può contenere: testo

La mia Pizza Margherita al piatto

Ingredienti per 4 pizze

450 g di farina 0 
250 ml di acqua oligominerale naturale
12 g di sale
1 g di lievito di birra 

per il condimento

mozzarella fior di latte di ottima qualità
salsa di pomodoro o pelati(meglio se fatti in casa)
sale
basilico fresco

Misurare l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare  fino a raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve durare 10 minuti, a me è durata circa 5/6 minuti.
Ribaltare sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una pizza soffice e asciutta.
Piegare e schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
A questo punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e lasciar lievitare per 2 ore.
Procedere alla staglio a mano.  Il disciplinare consiglia di ottenere dei panetti da un peso compreso tra i 180 e 250 g che corrispondono a tre/quattro panetti; dovendo usare un forno casalingo vi consiglio di ottenerne quattro. Dividere l'impasto in 3, 4 parti in base alla grandezza delle teglie(io 4 da 23cm ).
Riporli su un telo non infarinato, perché essendo un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C (come previsto dal disciplinare).
Riscaldare il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura, senza mai aprire lo sportello. Una volta che i panetti sono lievitati, stenderne uno alla volta su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani, dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata.
Prelevare lo stampo dal forno, trasferirci il disco di pizza, senza oliare, condire e infornare per 5 minuti al ripiano più basso, poi altri 4/5 minuti nel ripiano più alto( io 6 minuti e poi altri 5). 
C’è un secondo modo di cottura, forse migliore rispetto al primo, perché produce immediatamente il classico cornicione alto tipico della pizza napoletana.
Scaldare il forno come per l’altro procedimento e scaldare contemporaneamente una padella di pietra o ghisa o comunque dal fondo spesso sul fornello della cucina, fino  a vederla “fumare”. Trasferirci il disco di pizza senza condire e lasciar cuocere per 2 minuti. Nel frattempo estrarre lo stampo  dal forno, trasferirci la pizza, condirla velocemente e lasciar cuocere in forno, nella parte più alta per 4/5 minuti e comunque finchè non risulti bella dorata.

nota: il disciplinare prevede 90 secondi di cottura in forno a legna.



venerdì 26 aprile 2019

La mia Tarte Flaminche per il Club del 27



Primavera inoltrata, periodo di feste e di scampagnate, di natura che si risveglia e primizie che l'orto regalate.
Tempo di Torte Salate e noi del Club del 27 non ci lasciamo sfuggire questa occasione: questa puntata è , infatti dedicata ad un libro targato Mtc di qualche anno fa, un libro di successo, in cui all'epoca ho avuto la fortuna di veder pubblicata anche una mia ricetta; soprattutto un libro pieno di buonissime ricette di torte salate.
Ho scelto di realizzare in questa occasione la Tarte Flamiche perché è un classico, perché è semplice ma, al tempo stesso, deliziosa.




Tarte Flamiche di Annarita Rossi

250 g di burro freddissimo a tocchetti
125 g di burro
65 ml di acqua ghiacciata
1 pizzico di sale

500 g di porri
60 g di creme fraiche
5 uova
60 g di burro
sale e pepe

Per la base ho preparato una briseè classica come indicato dal libro.
Poi pulite e tagliate a rondelle di medie dimensioni i porri, fateli rosolare in una padella in cui avrete fatto sciogliere il burro; fate cuocere delicatamente finchè inizieranno a disfarsi.
Scolateli bene dal liquido di cottura, salate, pepate e lasciate intiepidire poi disponeteli sul fondo della pasta, che avrete precedente steso in una teglia da forno imburrata e infarinata.
L'immagine può contenere: testo
Preparate l'apareil mescolando le uova e la crema fraiche ed aggiustando di sale e pepe.
Versate l'appareil sui porri e infornate in forno già caldo per 30 minuti circa a 180° C.
Servite tiepida oppure fredda.


mercoledì 27 marzo 2019

Buon compleanno Club del 27 la mia Sponge Cake per il Club del 27



Sono passati due anni dalla nostra prima volta. Due anni dalla prima ricetta del Club del 27 e per festeggiare un compleanno così importante non potevo che scegliere una delle ricette di quella prima volta, allora fu una Coconut Cake, oggi è una Sponge Cake quella che dedico con tutto il cuore a questo Club di fantastici e generosi appassionati di cibo e di cucina che ogni 27 del mese, alle ore 09:00, si emozionano per una stessa ragione.
BUON COMPLEANNO CLUB DEL 27!


Sponge Cake con crema al mascarpone e panna e confettura di ciliegie

Ingredienti per una teglia da 20 cm( o per due da 10 cm)
 4 uova
burro (pari peso uova)
zucchero (pari peso uova)
farina (pari peso uova)
8 g lievito
Farcitura 
Confettura di ciliegie q.b
Crema al mascarpone e panna
250g mascarpone
250 g panna da montare
50 g zucchero al velo
zucchero al velo per decorare
Preparazione
Preriscaldate il forno a 180°.
Sbattete lo zucchero e il burro fino ad ottenere un composto cremoso e morbido. Sbattete le uova a parte e poi aggiungetele al composto di burro e zucchero un poco per volta per non fare impazzire la crema.Nel caso cominciasse a dividersi aggiungete un po’ di farina.
Setacciate farina e lievito e incorporate all’impasto con un cucchiaio di metallo*.
Dividete il composto equamente in due teglie precedentemente imburrate e infarinate e cuocete in forno per circa 20-25. (prova stecchino)
Lasciate raffreddare direttamente nelle teglie. Nel frattempo preparate la crema.
Montate insieme tutti gli ingredienti fino ad ottenere una crema morbida e corposa. Fate attenzione a non montare troppo altrimenti vi troverete del burro.
Una volta raffreddate le sponge, spalmate sulla superficie di una delle due (quella scelta come base) la confettura e sulla base dell’altra, la crema al mascarpone, sovrapponetele e schiacciatele leggermente (non troppo per non far fuoriuscire la farcitura) a mo di sandwich. Spolverate la superficie con zuchero fine o con dello zucchero al velo.
cover photo, Nessuna descrizione della foto disponibile.

mercoledì 27 febbraio 2019

Il mio Pollo Fritto per il Club del 27

Meno male che esiste il Club del 27 altrimenti questo mio spazio, tanto amato quanto trascurato, sarebbe probabilmente morto. Scherzi a parte in un periodo in cui non faccio che cucinare e scrivere, in questo momento in cui collaboro ad un sacco di bei progetti legati al cibo, finisce sempre che non trovo il tempo per fare qualcosa qui dentro. E solo io so quanto questa cosa mi dispiaccia: questa è casa mia, ma proprio tutta mia.
Dunque grazie agli amici del Club del 27 oggi si pubblica e si pubblica una gran bella ricettina.
L'argomento è il pollo fritto della sfida n 63 targata Mtc, io ho scelto di realizzare la versione di Alice. ho seguito la sua ricetta in tutto e per tutto , unica modifica l'ho fatta con l'accompagnamento piochè pur mantenendo la salsa al caprino ho cambiato il contorno perchè allergica, così ho sostituito le cipolline di contorno con un bel coleslaw scoperta èroprio ai tempi della sfida.


Pollo fritto impanato

1 kg di pollo a pezzi, con ossa e pelle
2 lt di olio per friggere (io ho usato quello di semi di arachide)
4-5 uova
farina 00 q.b.
pangrattato q.b.
sale e pepe
per la marinatura (con latticello)
250 g di yogurt magro
250 g di latte parzialmente scremato
1 cucchiaio di succo di limone filtrato
Mescolate il latte con lo yogurt, unite il succo di limone e fate riposare 15′ fuori dal frigo. A questo punto avrete il vostro latticello pronto: immergetevi i pezzi di pollo, coprite con pellicola e fate marinare in frigo da 4 h a tutta la notte. Ricordatevi di tirarlo fuori almeno 1 h prima di friggerlo perché deve essere a temperatura ambiente.
Prendete i pezzi di pollo infarinateli pressando leggermente le carni oppure inseriteli nel sacchetto, chiudetelo ed agitate finché tutti i pezzi non saranno ben infarinati.
Scuoteteli per eliminare la farina in eccesso poi passateli in uovo sbattuto e pangrattato, sempre facendo attenzione a far bene aderire la panatura ed appoggiateli sul piatto preparato in precedenza.
A questo punto prendete una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 170-180°C circa. Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo.Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più. Quando il pollo avrà una colorazione dorata e omogenea (ci vorranno circa 6/8 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo), prelevatelo con una schiumarola e appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente.

Salsa al caprino e lime

120 g di caprino morbido
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di yogurt magro
1 cucchiaino di succo di lime
scorza grattugiata di 1 lime
erba cipollina
Mescolate il caprino con lo yogurt, l’olio e il succo di lime fino a renderlo cremoso.
Unite la scorza di lime e l’erba cipollina tritata, amalgamate e tenete in frigo fino a pochi minuti prima di servire.
Coleslaw

per circa 600 g di verdure:
cavolo cappuccio verde
cavolo cappuccio rosso
carote
mela granny smith
sedano
4 cucchiai colmi di maionese (homemade) *
4 cucchiai colmi di panna acida o yogurt magro
3 cucchiai di aceto di mele 
2/3 cucchiaini di zucchero
1/2 cucchiaini di senape
sale/pepe

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mercoledì 30 gennaio 2019

Mtc s-cool, lezione numero 3: IL RISOTTO!



Vorrei poter scrivere molte parole, pensate e non banali, riguardo a questa Scuola, riguardo alla possibilità che da di imparare qualcosa di sempre nuovo, di scendere in profondità quando si tratta di cucina, di cibo , di identità.
Vorrei poter spiegare il valore che hanno le dispense, il grande lavoro che c'è dietro ad una lezione, la disponibilità e la competenza di insegnanti come Giuliana, Greta, Maria Pia.
Vorrei anche dilungarmi sul processo mentale che mi ha portato all'elaborazione della mia prova creativa, sugli abbinamenti, sull'esecuzione dei due risotti.
Vorrei ma, citando un sempre acuto Caparezza, "non me lo posso permettere".
Non posso proprio permettermelo perchè sono le 23,05 e devo scrivere l'intero post e pubblicarlo entro la mezzanotte. In sintesi questo riassume bene quel che è stato il mio ultimo mese; una lunga, intensa, prosciugante corsa, traguardi sempre tagliati all'ultimo secondo però tagliati.
La mia grande gioia è di essere riuscita a portare a termine la mia prova, non partecipare sarebbe stato umano ma insopportabile per me questa volta. 
Ho fatto del mio meglio, volevo esserci e sono pronta a qualsiasi giudizio completamante consapevole che non può che essere uno stimolo a migliorare.
Ps. Mio marito fa i risotti meglio di me.


RISOTTO ALLA PARMIGIANA

per 4 persone


400 g di riso Carnaroli
1 l circa di brodo di carne fatto con ossa
50 g di parmigiano reggiano
1 porro la parte tenera
70 g di burro freddissimo, più una noce
un bicchiere di Chardonnay a temperatura ambiente
poco sale e una macinata di pepe

Tritate finemente a coltello il porro e preparate il soffritto mettendolao a rosolare in una piccola padella con la noce di burro. Lasciatela cuocere mescolando e facendo attenzione che non brunisca. Tenete da parte.
Portate a ebollizione leggera il brodo.
In una larga casseruola, di rame o di alluminio anodizzato, a fuoco medio-alto, fondete 20 grammi del burro previsto. Quando inizia ad essere spumeggiante versate il riso nella pentola, mescolate continuamente fino a quando il riso “canterà” e diventerà opalescente, translucido. 
Ora sfumate con il vino, mescolate fino a completa evaporazione dell’alcol poi iniziate la cottura aggiungendo poco brodo bollente per volta, continuando a mescolare.
A questo punto unite anche il soffritto preparato in precedenza e continuate così, aggiungendo brodo man mano che viene assorbito. 
Assaggiate per controllare la cottura e modulare l’aggiunta di liquido, tenendo presente che il risotto dovrà riposare per essere mantecato e che comunque, per effetto del calore residuo, continuerà a cuocere. Una volta pronto spegnete il fuoco, spostate la casseruola dal fornello, regolate di sale e iniziate a mantecare aggiungendo il parmigiano reggiano grattugiato e il burro rimasto, freddissimo. 
Mescolate con energia e allo stesso tempo scuotete la casseruola imprimendole un movimento avanti-indietro. Continuate fino a quando il riso sarà diventato cremoso e morbido.
Servite subito con un po’ di pepe appena macinato


RISOTTO ZAFFERANO, NOCCIOLE TOSTATE E POP CORN DI PARMIGIANO

per 4 persone
1 porro, la parte tenera,chiara

400 g di riso Carnaroli
1 l circa di brodo di carne con ossa
1 bustina di zafferano
50 g di Parmigiano Reggiano stagionato 18 mesi
70 g di burro freddissimo, più una noce
1 bicchiere di vino Riesling a temperatura ambiente
poco sale

30 g di nocciole tonde piemontesi
croste di Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi, accuratamente pulite, grattate ridotte in piccoli cubetti


Tostate le nocciole insieme in forno a 170°, ventilato, il tempo necessario a farle tostare bene, fino a che saranno ben colorite.

Tritate finemente a coltello il porro e preparate il soffritto mettendolo a rosolare in una piccola padella con la noce di burro, prestando attenzione che non si bruci e non prenda troppo colore. Poi mettete da parte a raffreddare.
Mentre rosola il porro, riscaldate il brodo di carne portandolo quasi ad ebollizione. 
E' un brodo di carne classico, a freddo, a partire dalla tostatura di ossa, porro, carota, sedano e procedendo con aggiunta di acqua fredda.
In una larga casseruola di rame, a fuoco medio-alto, fondete 20 g di burro previsto. Quando è sciolto ed inizia spumeggiare versate il riso nella pentola ed iniziate a tostarlo. Mescolare continuamente fino a quando il riso “canterà” e diventerà opalescente. 
Aggiungete il bicchiere di vino bianco, io Riesling, e fatelo sfumare mescolando fino a completa evaporazione, poi aggiungete un mestolo di brodo caldo e iniziate la cottura, aggiungete anche la cipolla messa da parte mescolando. Continuate la cottura aggiungendo un po’ alla volta il brodo, quando viene assorbito. 
Nel frattempo preparate il pop corno facendo cuocere per circa cinque minuti i pezzetti di crosta di parmigiano a 190°, ventilati. Esploderanno e saranno leggeri e ricchissimi di sapore. tenete da parte.
Assaggiate per controllare la cottura e modulate l’aggiunta di liquido, tenendo presente che il risotto dovrà riposare per essere mantecato e che comunque, per effetto del calore residuo, continuerà a cuocere. 
Sciogliete in un mestolo di brodo lo zafferano e aggiungetelo quasi alla fine al risotto a 2-3 minuti dalla fine della cottura
Quando è pronto spegnete il fuoco, spostate la casseruola dal fornello, regolate di sale e iniziate a mantecare aggiungendo il grattugiato e il burro rimasto, freddissimo. 
Mescolate con energia e allo stesso tempo scuotete la casseruola imprimendole un movimento avanti-indietro. Continuare fino a quando il riso sarà diventato cremoso e morbido.
Servite il risotto subito cospargendolo con le nocciole tostate e il pop corn di Parmigiano.