martedì 7 aprile 2015

Stinchi di maiale marinati in forno...e ultime possibilità








Ho pensato che fosse l'ultima possibilità questa per gli stinchi di maiale, dato l'arrivo della primavera.
Il caldo e gli stinchi di maiale fumanti è tristemente noto che male si accompagnano; insomma due cose così belle, che fanno così bene all'anima, unite in matrimonio non funzionano, risultano pesanti e non c'è gola che tenga.
Allora ho deciso che quest'anno Pasqua sarebbe stata l'ultima occasione per gli stinchi di farsi belli e buoni e troneggiare in tavola...e loro lo hanno puntualmente fatto!
Io,invece, ho puntualmente sbagliato: qui da tre giorni è tornato un gran freddo. Costretti a rispolverare, cappotto pesante, sciarpa e cappello chissà per quanto tempo avremo ancora bisogno di farci scaldare cuore e membra da un piatto di stinchi fumanti?

martedì 31 marzo 2015

Solo una torta alle pere e ricotta.Il mio contributo per celebrare la Giornata dei dolci da credenza.

Quando la pera incontrò la ricotta nacque un soffice cuscino.
Ecco perchè soltanto una torta semplice di pere e ricotta; a volte ci sentiamo stanchi, a volte sentiamo il bisogno di calore; di sprofondare nella pace più dolce, di mettere a tacere i rumori di fondo del mondo attorno a noi e anche quelli assordanti del mondo dentro noi.
A volte, senza tristezza nè dolore alcuno, vogliamo soltanto vedere e gustare il lato  semplice della vita e restare fermi senza sentirsi pigri, sentirsi vivi anche nella pausa.

Con queste parole un paio d'anni fa pubblicavo la ricetta di questa semplicissima torta da credenza senza sapere che oggi questo delicato comfort food sarebbe stato il mio contributo alla Giornata dei Dolci da Credenza per i Calendario del Cibo Italiano.
Senza neppure immaginare che avrei ripubblicato indossando esattamente lo stesso stato d'animo d'allora.La vita nella sua essenza mi stupisce sempre; con la sua capacità di essere sempre un paio di passi avanti a me, incurante del fatto che vivendola sia proprio io a legittimarla, semplicemente mi precede, a volte se ne frega e altre mi aspetta.

giovedì 26 marzo 2015

Pensando ai Paesi Baschi,ovvero tartellete brisèè al timo e miele di cardo con mousse al formaggio di capra,peperoni in agrodolce e uovo di quaglia






I luoghi non si posseggono, fortunatamente, come molte delle cose che realmente 
contano nella vita, si sottraggono all'assurda logica dell'essere umano che si vede padrone di tutto.
Per quanto ostinatamente ci convinciamo che un posto sia in qualche modo nostro questa certezza ,in realtà, è solo un'illusione. 
Eppure più volte mi sono scoperta a pensare che le persone potessero appartenere ai luoghi, questo si, lo credo possibile. 
Io sento di appartenere ai Paesi Baschi spagnoli.
La loro natura, la loro storia, la gente, il cibo mi hanno portato lì una prima volta e poi mi hanno "costretto" a tornare...e tornare.
Ho viaggiato ed amo viaggiare, non credo che sarei la persona che sono oggi se non avessi avuto la possibilità di farlo; nei miei viaggi ho avuto il privilegio di vedere l'incanto del mondo e della natura, i Paesi Baschi, nonostante il loro fascino, non sono forse il posto più bello che io abbia mai visto ma sono con sicurezza l'unico posto in cui ho sentito che potrei vivere, l' unico a suscitarmi il desiderio di fermarmi.
Quando ho scoperto quale era la sfida di questo mese il pensiero è corso immediatamente là, tra le stradine dei paesini, nell'acqua fredda dell'oceano, in piedi ai banconi dei locali, spesso piccoli e affollati, in cui si ride, si parla e si beve senza badare al tempo che passa. 
Ho sentito subito in bacca i sapori che tanto mi hanno stregato dei pintxos, piccoli capolavori della cucina locale, piccole meraviglie che solo l'incontro tra la
sensibilità, l'estro del uomo e una natura incredibilmente generosa può generare.
Non saprei dire perchè ma non avrei potuto realizzare nient'altro che questa ricetta; vorrei essere certa di aver valorizzato al meglio la pasta brisèè di Michel Roux ed al tempo stesso di aver reso omaggio ad una terra che mi possiede, so di averci provato con grande amore.
A Flavia non posso far altro che porgere mille ringraziamenti per aver scelto questa ricetta e avermi dato la possibilità di viaggiare anche stando semplicemente con le mani in pasta.





mercoledì 25 febbraio 2015

Baci con cuore di cioccolato bianco,granella di nocciola e liquore alle pere e cupola di pere allo zenzero...e poche parole d'amore





Questo mese ho pensato di rinunciare.
Non perchè il tema della sfida non mi piacesse, mi piace eccome, ma perchè non mi ero mai cimentata prima d'ora nella realizzazione dei Baci, anzi non mi ero mai cimentata nella realizzazione di nessun tipo di cioccolatino. Una sola volta, parecchi anni fa, provai a temperare il cioccolato per la guarnizione di una torta ed il risultato fu talmente fallimentare che ancora oggi al pensiero rabbrividisco.
Eppure rinunciare ad una sfida per la paura del fallimento è qualcosa che non mi appartiene e dopo lunghi ripensamenti, dettati dall' assenza della strumentazione necessaria e dal tempo tiranno che spesso mi manca, mi sono decisa a fare quella che per me è la cosa giusta.
Ho scelto di provare ed ho fatto bene perchè stavolta il risultato è stato un veramente esaltante, il cioccolato di copertura sono riuscita a temperarlo bene, l'interno aveva esattamente il sapore che avevo immaginato e l'occupante lato desto del letto, vero destinatario di dedica e baci, era veramente entusiasta mentre li divorava avidamente. Dunque che dire se non che devo molto ad Annarita, grande "mastra cioccolataia" e altrettanto devo allo stesso Mtc che mi stimola e riesce a tirare fuori ogni volta un qualcosa di me che nemmeno io sapevo di avere.
Infine due parole per quel che riguarda la sfida nella sfida; la dedica, l'amore è un territorio sconfinato e misterioso a volte, piccolo e semplice altre volte, personalmente l'amore ha sempre abitato la mia vita in molti modi, avendo molti volti diversi, ed io ho sempre cercato di parlarne senza parlarne( mi rendo conto di  essere un pò contorta e chiedo venia) perchè parlandone apertamente, spiegando a parole i sentimenti, ho sempre il timore di sporcarlo un pò, di banalizzarlo. Per questo motivo ho scelto una dedica che può sembrare fin troppo scarna, poche parole scritte da me che stanno però a significare ciò che provo nel profondo.

mercoledì 28 gennaio 2015

Canederli di pescato locale in brodo di pesce allo zafferano...e grazie babbo e grazie piccole mani!











Ogni mese una sfida splendida, ogni mese una lotta contro il tempo, un gioco di ricerca, una gran voglia di sperimentare, un profondo desiderio di migliorare...grazie all'MTC ogni mese catturo un'emozione nuova, me ne nutro e nel momento stesso in cui riesco a pubblicare so che quell'emozione è entrata davvero a far parte di me.
Questa volta però è stato diverso, è stato, se possibile, ancor più emozionante, la forza del sentimento che ho provato è stata davvvero dirompente e ammetto con estrema franchezza che non me lo aspettavo.
Conoscevo i canederli e li avevo mangiati già in più occasioni, talvolta mi erano piaciuti molto, altre volte meno ma non mi ero mai cimentata nel tentativo di cucinarli semplicemente perchè in qualche modo sentivo che non mi appartenevano; così quando ho letto il tema della prima sfida dell'anno mi sono detta che sarebbe stato bello scavare un pò più nel profondo, capire la tradizione, la cultura di questo piatto ed anche in che modo, mettendoci qualcosa di me stessa, sarei riuscita ad appartenere io a loro.
Allora ho letto tutto quello che Monica ha sapientemente scritto nel suo post ed ho inziato un viaggio alla ricerca del canederlo perfetto per me; ho scelto il pesce perchè è  probabilmente, in tutte le sue molteplici declinazioni, uno dei miei alimenti preferiti, ho voluto che fosse piccolo pescato locale freschissimo per una forma di ossessione nei confronti della scelta e del rispetto delle materie prime e della stagionalità ed ho voluto aggiungere una nota di affumicatura con salmone scozzese.
Poi il viaggio mi ha guidato nella scelta degli odori, dei sapori e dei colori che avrei voluto riconoscere nel piatto e sono arrivati lo zafferano per il brodo e il limone per l'interno dei canederli.
Restava il pane, l'alimento principe della ricetta. Inizialmente credevo che avrei scelto semplicemente un buon pane che rispettasse le indicazioni di Monica ma qualcosa mi spingeva a pensare che non sarebbe stato del tutto giusto, sentivo di voler andare oltre, per me stessa, mi mancava ancora qualcosa , un elemento della tradizione che sentivo fortemente presente nella ricetta di Monica, che io non volevo tradire e che non poteva   non essere legato pane.
Allora ho chiesto a mio padre di insegnarmi a fare il pane fatto in casa; mio padre, anzi il mi babbo, è un uomo del quale potrei scrivere in eterno e probabilmente non mi annoierei, lo amo profondamente e non aggiungerò altro riguardo a lui per paura di sciupare con parole superflue il sentimento che mi lega a lui.
Ecco che la mia versione dei Canederli, finalmente ha preso vita; mentre le piccolissime mani di mia figlia spargevano la farina sul tutto il pavimento della cucina.






martedì 16 dicembre 2014

DOLCI REGALI...il terzo libro dell'Mtc...una meraviglia!!!


“Dolci Regali” è il terzo libro della collana dell'mtchallenge  il volume prende ispirazione da una delle nostre sfide, quella sul babà, e si spinge all'interno di un'epoca che segna un momento fondamentale nella storia della gastronomia, vale a dire il periodo compreso fra la fine del XVII e gli inizi del XIX secolo, che videro la nascita e il trionfo della pasticceria, intesa come arte autonoma.
In questo meraviglioso libro, i protagonisti sono tutti i lievitati che precedettero e seguirono l'invenzione di questo dolce; non solo, protagonista è anche la storia, quella delle monarchie, quella della gente comune dell' epoca e quella della regale arte pasticcera. Con onore e soddisfazione vi presentiamo un libro dove troneggiano 50 ricette di lievitati stupendi ed altre 130 ricette divise in tre sezioni, una dedicata allo zucchero con sciroppi e bagne aromatiche, una delle creme con una raccolta di oltre 50 ricette, che spaziano dalle versioni base alle variazioni sul tema ed infine “la Dispensa del Castello”, con una raccolta di liquori, conserve, acque profumate, praline ed altre golose risorse.

DOLCI REGALI
Collana “I libri dell'MTChallenge”
SAGEP Editori- Genova
Prezzo di copertina: 18,00 euro
Foto Paolo Picciotto
Illustrazioni Mai Esteve
Editor: Fabrizio Fazzari
Impaginazione: Barbara Ottonello



































IMPORTANTE:Acquistando una copia di Insalata da Tiffany, contribuirai alla creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/), un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della  realtà, derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.





sabato 22 novembre 2014

Muffin alla ricotta,arance candite e scaglie di fondente...ovvero il "Dolce di Natale"

"Così scoprì la virtù paradossale della lettura, che è quella di astrartci dal mondo per trovargli un senso"  D.Pennac "Come un romanzo"

Non è questo il brano al quale ho deciso di ispirarmi per realizzare la sfida del mese, queste poche righe ho scelto di inserirle prima di tutto perchè spiegano meravigliosamente quello che è da sempre per me la lettura, quello che è il mio personale rapporto con il libro. Non avrei potuto farne a meno.
Sono stata latitante nelle ultime sfide, non volevo, ma per ragioni con le quali non starò qui a tediarvi, non sono riuscita a partecipare.
Ora, forse è solo un caso, o forse un segno, quando ho scoperto che il tema della sfida di questo mese vedeva protagonista oltre alla cucina un testo letterario che fosse d'ispirazione ho,semplicemente, pensato che finalmente ero a casa.
A casa mia non sono mai mancati il cibo e i libri, entrambi hanno abitato la mia infanzia e la mia adolescenza quando la casa, materiale fatta di calce e mattoni, era ancora quella dei miei genitori; entrambi abitano la mia vita di donna oggi, che la calce e i mattoni sono i miei.
A casa mia ci si è sempre nutriti di parole e letto di cucina: non è mai mancato l'amore.
Sono fortunata e ne sono consapevole.
Il cibo, la lettura e l'amore hanno trovato il loro tempo e il loro spazio nel quotidiano, negli spazi sacri lasciati liberi dal lavoro, gli impegni, le gioie, i dolori; dalla vita contingente. Detto questo esiste per me un momento dell'anno, un periodo esatto in cui tutto questo è condensato e appare ai miei occhi con la forza proromente della memoria: il Natale.
Quello delle riunioni con la famiglia numerosa,chiassosa, il tempo della festa, dei pranzi lunghi ed elaborati in cui tutti preparano il loro piatto migliore, sperando di sentirsi dire che è il migliore in assoluto. Quello del tempo libero per eccellenza dove, dopo aver finito di scartare i regali ti siedi e lentamente ti godi il piacere dello sfogliare le pagine del libro nuovo che qualcuno ha scelto per te.
Quel Natale del Dolce di Natale che nel mio caso non è uno ma bensì due: i cannoloi siciliani di ricotta e cioccolato e il panettone con i canditi. Per quanto possa sembrare una strana coppia per me è perfetta ...e allora, di seguito, un estratto del testo letterario che mi ha ispirato "Il caso del dolce di Natale" Aghata Cristie e la ricetta dei miei Muffin alla ricotta, canditi all'arancia e scaglie di fondente, con crema di ricotta e zeste brinate. 

"Il pranzo di Natale iniziò alle quattordici, e fu una gran festa.
ciochi di legna giganteschi scoppiavano allegramente nel camino e una babele di molte lingue che chiacchiervano tute insieme si fondeva e sovrastava il loro allegro scoppiettio.La zuppa di ostriche era già stata consumata,due enormi tacchini erano arrivati e vennero portati via,ridotti allla pura e semplice carcassa di ciò che erano stati.E ora momento culmine del pranzo,ecco che il dolce di Natale veniva servito in tavola con tutte le cerimonie del caso Il vecchio Peverell,mani e ginocchia tremanti per la debolezza egli ottant'anni,non permetteva ancora a nessuno di portarlo in tavola. La sigora Lacey, seduta al suo posto,si stringeva le mani incrociate per il nervosismo e l'apprensione.Un Natale,ne era certa sarebbe crollato sl pavimento morto.Ma dovendo scegliere tra il rischio di vederlo crollare cdavere al suolo o provocargli un tale senso di dolore e di offesa che il povretto, probabilmente, avrebbe preferito morire all'istante piuttosto che sopravvivere, aveva optato per la prima alternativa.
Sul piatto d'argento il dolce di Natale riposava in tutto il suo splendore. Era grosso come un pallone da football portava infilato un ramoscello di agrifoglio come una bandierina trionfante ed era ircondato da un cerchio di magnifiche fiamme blu e rosse. Ci furono grida di entusiasmo e esclamazioni piene di ammirazioni.
La signora Lacey aveva ottenuto un piccolo successo: era riuscita a convincere Peverell a posare il piatto con il dolce davanti a lei, invece di portarlo in giro per tutta la tavola a servire i presenti uno per uno. Avrebbe distribuito lei le porzioni. Rapidamente i piatti vennero passati tutti intorno, con le fiamme che lambivano ancora le singole porzioni[...]
La singnora Lacey si appoggiò allo schienale della sedia con un sospiro di soddisfazione. "L'operazione dolce di Natale" era stato un successo. Eccone una fetta davanti a ciascuno, con le fiammelle che ancora ardevano ci fu un momento di silenzio intorno alla tavola mentre tutti formulavano in silenzio il loro desiderio." 
A.Cristie, "Il caso del dolce di Natale"

Muffin alla ricotta,arance candite e scaglie di fondente


Per i canditi all'arancia:
arance non trattate
zucchero
acqua

Ho lavato ed asciugato le arance,ho ricavato le zeste,le ho messe in acqua per due giorni  cambiando spesso l'acqua.Il terzo giorno le ho asciugate e tagliate a striscioline spesse, dopodiché mettetele in un tegame con un tanta acqua da ricoprirle e le ho fatte bollire per 2 minuti; ho fatte raffreddare il tutto, poi buttato via l‘acqua e ripetuto l’operazione per altre 2 volte, al fine di togliere l’amaro delle bucce.

Finita la terza bollitura, ho tamponato le bucce per togliere l’acqua in eccesso e le ho  pesate. Ho preparato in uno sciroppo di zucchero e acqua, in cui sia l'acqua che lo zucchero avessero lo stesso peso delle bucce scolate; vi ho immerso le bucce e le ho fatte cuocere fino alla completa asciugatura dello sciroppo, facendo attenzione però a non fare caramellare lo zucchero, che non deve scurirsi, ma solo addensarsi.Terminato il procedimento ho messo le bucce ad asciugare.
Per le scorze candite e brinate ho semplicemente passato, prima che fossero del tutto asciutte, le scorze candite nello zucchero semolato.
Per i canditi che ho utilizzato all'interno dei muffin, ho semplicemente lasciato che si asciugassero per una notte e il giorno successivo li ho tagliati delle dimensioni dei canditi classici.

Per la crema di ricotta di accompagnamento
250 g ricotta fresca di pecora
125 g zucchero semolato
50 g cioccolato fondente 70%
La crema di ricotta l'ho realizzata lasciando riposare la ricotta in frigorifero per una notte affinchè perdesse del tutto il siero e risultasse compatta poichè l'aggiunta di zucchero successiva altrimenti l'avrebbe resa troppo morbida. Successivamente l'ho montata con lo zucchero ed ho passato il tutto al setaccio ed ho aggiunto il cioccolato a pezzeti piccoli e scaglie.
Per i muffin
300 g di farina 00
125 g di yogurt al pistacchio
100 g di ricotta
100 g di burro
  80 g zucchero di canna 
100 g di canditi all'arancia
 80 g cioccolato fondente 70%
 50 g di mandorle tostate ridotte in piccoli pezzi
  8 g lievito secco per dolci
  1/2 cucchiaino di bicarbonato
   2   uova
Ho seguito le preziosissime indicazioni di Francesca indi:
In una ciotola media ho lavorato il burro a crema con lo zucchero.
Unito le uova mescolandole con una frusta, aggiunto lo yogurt al pistacchio e la ricotta, mescolato bene e messo il tutto da parte.
In una ciotola grande ho setacciato tutti gli ingredienti secchi (le farine con il lievito, il sale, il bicarbonato) ho poi aggiunto i canditi d'arancia, le mandorle tostate e il cioccolato a pezzi e mescolato per amalgamare bene questi ultimi tre ingredienti, fossero ben ricoperti di farina (ciò impedirà loro di depositarsi sul fondo dei muffins in cottura).
Ho formato una fontana e versato dentro il composto liquido.
Con un cucchiaio  ho amalgamato i due composti mescolando BREVEMENTE, con non più di 10-11 giri di cucchiaio.
Il composto è risultato grumoso.
Ho versato il composto negli stampi della teglia da muffin precedentemente rivestiti con dei pirottini ed ho infornato per circa 25 minuti a forno statico, portato precedentemente ad una temperatora di 190°.Li ho sfornati e lasciati riposare 5 minuti poi li ho tolti dalla teglia e fatti raffreddare su una gratella.
Alla fine ho accompagnato i muffin con la crema di ricotta e fondente e le zeste di arancia candite intere e brinate.
                   
                        Con questa ricetta partecipo alla sfida del mese dell'MTC

Ringrazio veramente tanto la grandiosa Francy e tutto l' Mtchallenge...GRAZIE!