sabato 18 novembre 2017

Il mio'giardino segreto', racconto di un meraviglioso blogtour a Chiusi


Sono sempre stata un'appassionata lettrice, probabilmente perché immaginare colori, odori, storie, sapori e vite attraverso le parole di altri, attraverso quei segni su carta è un qualcosa di inciso direttamente nel mio DNA e sicuramente perché sono cresciuta, anche fisicamente, in una piccola libreria, di fianco a mia madre.
 Io leggevo, lei lavorava.
La mia infanzia è stata scandita dai ritmi delle letture; uno dei libri che amavo leggere e rileggere è stato “Il giardino segreto” della Burnett.
 Aldilà della storia, che ricordo solo a grandi linee, ciò che non sono mai riuscita a dimenticare è l'immagine che la mia testa formò allora di quel giardino, finalmente rigoglioso, un'esplosione di fioriture diverse, vivo in ogni suo centimetro grazie all'amore e al lavoro di mani amorevoli.
Ecco, il giorno in cui io ho varcato il cancello della Tenuta Colle SantaMustiola, ho provato la stessa emozione, la stessa meraviglia che avevo sentito esplodermi dentro da bambina: dopo tanto tempo, finalmente, avevo varcato i confini del mio ideale 'giardino segreto'.
La bellezza di una distesa di grappoli d'uva, carichi di chicchi invitanti e gonfi; la cura e la pazienza di un lavoro costante e appassionato, rappresentato da tutti quei filari a perdita d'occhio, simbolo della promessa di una vendemmia generosa ed unica.





Le pere delicatamente colorate a far capolino tra le foglie di alberi sparsi elegantemente ad arricchire un terreno splendido, in cui nulla è lasciato al caso, nulla è ignorato e tutto viene trattato con rispetto e valorizzato con attenzione. Infiorescenze colorate ad incorniciare una tenuta perfettamente armonizzata con la natura che la circonda.
Immersa in tanta bellezza si trova una delle cantine più suggestive ed interessanti che abbia mai visitato; una cantina preziosa e lo si intuisce immediatamente quando aperta la porta si viene catturati da un ingresso situato all'interno di un'antica tomba etrusca, da un corridoio ai qui lati antiche botti di legno e nicchie piene di bottiglie perfettamente 
ordinate catturano lo sguardo ed emozionano. 

E' stato il proprietario Fabio Cenni a guidarci alla scoperta della storia della sua famiglia e del vino della sua famiglia, conducendoci all'interno delle numerose stanze che si susseguono nel cuore, moderno, della grande cantina piena di botti dalle mille tonalità del legno, avvolte dai profumi intensi e accattivanti che si sprigionano da ogni parte. Lo ha fatto in modo magistrale, assicurandosi con estrema eleganza l'attenzione di tutti i presenti, parlando semplicemente dell'importanza di un lavoro fatto con grande passione, della pazienza e del profondo amore necessari per poter ottenere un prodotto di ottima qualità. 
Lo ha fatto mostrandoci i suoi vini come un genitore mostra orgogliosamente i propri figli.
Tanta professionalità, tanto trasporto autentico per la propria professione non sono mancati nemmeno quando, finita la visita alla cantina, ci ha aperto le porte della sua casa; una casa meravigliosa, perfetta in ogni suo dettaglio e al tempo stesso calda e confortevole.
Qui ad attenderci abbiamo trovato sua moglie Monica del Re , una persona sorridente e delicata, estremamente competente in fatto di cucina e di materie prime del territorio; lei e il marito avevano preparato per noi non una semplice degustazione, bensì una cena indimenticabile per la bontà dei
piatti, per la qualità del vino servito e per la piacevolezza della conversazione.
Abbiamo avuto la possibilità di gustare un antipasto inusuale e buonissimo a base di Tinca affumicata, capperi e Fagiolina, un legume antichissimo e presente solo nell'area Chiusina accompagnato da un vino rosè sorprendente il Kernos, fresco, profumato come la stagione in cui viene inbottigliato, la Primavera. Abbiamo poi mangiato dei Pici fatti in casa a regola d'arte conditi con ottimo sugo di anatra o con pangrattato, aglio,prezzemolo e formaggio, Fabio ci ha servito questa delizia con il secondo dei suoi 'figli': il rosso più giovane, il Vigna Flavia, fatto maturare in botti di rovere di Slavonia e risultato dell'unione armoniosa di cinque cloni selezionati.
Il fiore all'occhiello della cantina di Colle Santa Mustiola, il rosso corposo ed intenso Poggio ai Chiari ci è stato offerto insieme ad un arrosto delizioso, cotto con tutte le accortezze, irrorato con una salsa color oro e ruggine a base di vino e fondo di cottura che il Poggio ai Chiari ha perfettamente sostenuto grazie alle qualità conferiteli da una maturazione in barrique e grandi botti, lunga minimo sette anni.

Sono onestamente entusiasta di questa esperienza, della competenza e della passione respirate dal primo all'ultimo momento, dell'eccezionale pregio dei vini assaggiati e dei cibi così generosamente offerti da questi due padroni di casa decisamente perfetti.
Devo un grande grazie al progetto Calendario del Cibo Italiano sviluppato in ambito di Mtc per avermi fatto scoprire questa splendida Azienda Agricola e Vinicola e più in generale per avermi permesso di prendere parte al bellissimo blogtour sul Pesce di Lago organizzato dall'amabile 'Cicerona' Alice del Re e svoltosi in quel piccolo gioiello, testimone di storia e ricco di cultura che è la città di Chiusi(SI). Sono stati due giorni di grande valore; abbiamo ricevuto un benvenuto speciale, a base di piatti tradizionali e pensati fin dal momento della raccolta delle materie prime grazie all'Osteria La Solita Zuppa, giorni in cui abbiamo scoperto tutti i segreti del popolo etrusco visitando il Museo Nazionale e il Labirinto di Porsenna. 
Sono stati anche giorni in cui noi, amanti del cibo e delle eccellenze del nostro Paese, abbiamo potuto conoscere ed apprezzare un pesce ingiustamente sottovalutato quale è il pesce di lago. Lo abbiamo incontrato in barca, con un'uscita sul lago veramente divertente ed istruttiva, ce ne siamo innamorate e ne abbiamo colto tradizione e versatilità prima grazie alla lezione di cucina tenuta per noi dalla bravissima chef Gianna del Pesce d'Oro e poi grazie alla bontà e delicatezza dei piatti che ci ha servito.
Un grazie speciale va alle istituzioni ed ai funzionari pubblici del Comune e dell'Ufficio del Turismo della città di Chiusi che si sono adoperati, sempre con il sorriso e con grande disponibilità, per farci trascorrere un fine settimana che difficilmente potremmo dimenticare.
Devo infine un grazie alle mie compagne di avventura, Annarita, Leila, Cinzia, Sabrina e naturalmente Alice, foodblogger pazze per il cibo e la cucina come me, che hanno reso questa splendida esperienza divertente e stimolante con le loro sconfinate conoscenze e con il loro essere la migliore compagnia possibile.




3 commenti:

  1. Che bello Francy, sono tornata anch'io in quel giardino e soprattutto nella magica cantina degli Etruschi con il tuo racconto. Brava!!!

    RispondiElimina
  2. Ho letto appena hai pubblicato ma mi sono mancate le parole x descrivere le emozioni che mi ha dato leggere del tuo giardino segreto. Sono tornata bambina, ai tempi in cui mi rifugiavo a leggere dell'albero nei giardini sotto casa. Avere un giardino segreto vivendo in città è difficile, io ne avevo creato uno sopraelevato... magie degli anni 80.

    RispondiElimina