martedì 28 aprile 2015

Torta al pan di spagna di Massari con gelatina di lamponi e chantilly...dovevano chiamarmi Alice

Avrebbero dovuto chiamarmi Alice,
Non Francesca ma Alice perchè corro sempre, inesorabilmente, dietro a quel benedetto coniglio con in mano il suo orologio.
Non è tanto il coniglio il fulcro della questione, è proprio l'orologio il mio problema.
E la frase " è tardi, è tardi" il mio personale mantra.
Dunque va da sè che sia il 28 sera, va da sè che abbia rincorso per 15 giorni l'attrezzatura per il montaggio inverso di una torta che non è mai arrivato, va da sè che non riesca a pubblicare un post carino, profondo e divertente che tanto avrei voluto scrivere.
Questa volta soltanto la ricetta con un pò di tristezza per non essere riuscita là dove avrei voluto ma al tempo stesso tanta soddisfazione per esserci, nonostante tutto, anche questa volta.
Prima della ricetta solo due parole per Caris che ha scritto un post sul Pan di Spagna da incorniciare, un vero saggio perfetto, appassionato, elegante.

























martedì 7 aprile 2015

Stinchi di maiale marinati in forno...e ultime possibilità








Ho pensato che fosse l'ultima possibilità questa per gli stinchi di maiale, dato l'arrivo della primavera.
Il caldo e gli stinchi di maiale fumanti è tristemente noto che male si accompagnano; insomma due cose così belle, che fanno così bene all'anima, unite in matrimonio non funzionano, risultano pesanti e non c'è gola che tenga.
Allora ho deciso che quest'anno Pasqua sarebbe stata l'ultima occasione per gli stinchi di farsi belli e buoni e troneggiare in tavola...e loro lo hanno puntualmente fatto!
Io,invece, ho puntualmente sbagliato: qui da tre giorni è tornato un gran freddo. Costretti a rispolverare, cappotto pesante, sciarpa e cappello chissà per quanto tempo avremo ancora bisogno di farci scaldare cuore e membra da un piatto di stinchi fumanti?

martedì 31 marzo 2015

Solo una torta alle pere e ricotta.Il mio contributo per celebrare la Giornata dei dolci da credenza.

Quando la pera incontrò la ricotta nacque un soffice cuscino.
Ecco perchè soltanto una torta semplice di pere e ricotta; a volte ci sentiamo stanchi, a volte sentiamo il bisogno di calore; di sprofondare nella pace più dolce, di mettere a tacere i rumori di fondo del mondo attorno a noi e anche quelli assordanti del mondo dentro noi.
A volte, senza tristezza nè dolore alcuno, vogliamo soltanto vedere e gustare il lato  semplice della vita e restare fermi senza sentirsi pigri, sentirsi vivi anche nella pausa.

Con queste parole un paio d'anni fa pubblicavo la ricetta di questa semplicissima torta da credenza senza sapere che oggi questo delicato comfort food sarebbe stato il mio contributo alla Giornata dei Dolci da Credenza per i Calendario del Cibo Italiano.
Senza neppure immaginare che avrei ripubblicato indossando esattamente lo stesso stato d'animo d'allora.La vita nella sua essenza mi stupisce sempre; con la sua capacità di essere sempre un paio di passi avanti a me, incurante del fatto che vivendola sia proprio io a legittimarla, semplicemente mi precede, a volte se ne frega e altre mi aspetta.

giovedì 26 marzo 2015

Pensando ai Paesi Baschi,ovvero tartellete brisèè al timo e miele di cardo con mousse al formaggio di capra,peperoni in agrodolce e uovo di quaglia






I luoghi non si posseggono, fortunatamente, come molte delle cose che realmente 
contano nella vita, si sottraggono all'assurda logica dell'essere umano che si vede padrone di tutto.
Per quanto ostinatamente ci convinciamo che un posto sia in qualche modo nostro questa certezza ,in realtà, è solo un'illusione. 
Eppure più volte mi sono scoperta a pensare che le persone potessero appartenere ai luoghi, questo si, lo credo possibile. 
Io sento di appartenere ai Paesi Baschi spagnoli.
La loro natura, la loro storia, la gente, il cibo mi hanno portato lì una prima volta e poi mi hanno "costretto" a tornare...e tornare.
Ho viaggiato ed amo viaggiare, non credo che sarei la persona che sono oggi se non avessi avuto la possibilità di farlo; nei miei viaggi ho avuto il privilegio di vedere l'incanto del mondo e della natura, i Paesi Baschi, nonostante il loro fascino, non sono forse il posto più bello che io abbia mai visto ma sono con sicurezza l'unico posto in cui ho sentito che potrei vivere, l' unico a suscitarmi il desiderio di fermarmi.
Quando ho scoperto quale era la sfida di questo mese il pensiero è corso immediatamente là, tra le stradine dei paesini, nell'acqua fredda dell'oceano, in piedi ai banconi dei locali, spesso piccoli e affollati, in cui si ride, si parla e si beve senza badare al tempo che passa. 
Ho sentito subito in bacca i sapori che tanto mi hanno stregato dei pintxos, piccoli capolavori della cucina locale, piccole meraviglie che solo l'incontro tra la
sensibilità, l'estro del uomo e una natura incredibilmente generosa può generare.
Non saprei dire perchè ma non avrei potuto realizzare nient'altro che questa ricetta; vorrei essere certa di aver valorizzato al meglio la pasta brisèè di Michel Roux ed al tempo stesso di aver reso omaggio ad una terra che mi possiede, so di averci provato con grande amore.
A Flavia non posso far altro che porgere mille ringraziamenti per aver scelto questa ricetta e avermi dato la possibilità di viaggiare anche stando semplicemente con le mani in pasta.





mercoledì 25 febbraio 2015

Baci con cuore di cioccolato bianco,granella di nocciola e liquore alle pere e cupola di pere allo zenzero...e poche parole d'amore





Questo mese ho pensato di rinunciare.
Non perchè il tema della sfida non mi piacesse, mi piace eccome, ma perchè non mi ero mai cimentata prima d'ora nella realizzazione dei Baci, anzi non mi ero mai cimentata nella realizzazione di nessun tipo di cioccolatino. Una sola volta, parecchi anni fa, provai a temperare il cioccolato per la guarnizione di una torta ed il risultato fu talmente fallimentare che ancora oggi al pensiero rabbrividisco.
Eppure rinunciare ad una sfida per la paura del fallimento è qualcosa che non mi appartiene e dopo lunghi ripensamenti, dettati dall' assenza della strumentazione necessaria e dal tempo tiranno che spesso mi manca, mi sono decisa a fare quella che per me è la cosa giusta.
Ho scelto di provare ed ho fatto bene perchè stavolta il risultato è stato un veramente esaltante, il cioccolato di copertura sono riuscita a temperarlo bene, l'interno aveva esattamente il sapore che avevo immaginato e l'occupante lato desto del letto, vero destinatario di dedica e baci, era veramente entusiasta mentre li divorava avidamente. Dunque che dire se non che devo molto ad Annarita, grande "mastra cioccolataia" e altrettanto devo allo stesso Mtc che mi stimola e riesce a tirare fuori ogni volta un qualcosa di me che nemmeno io sapevo di avere.
Infine due parole per quel che riguarda la sfida nella sfida; la dedica, l'amore è un territorio sconfinato e misterioso a volte, piccolo e semplice altre volte, personalmente l'amore ha sempre abitato la mia vita in molti modi, avendo molti volti diversi, ed io ho sempre cercato di parlarne senza parlarne( mi rendo conto di  essere un pò contorta e chiedo venia) perchè parlandone apertamente, spiegando a parole i sentimenti, ho sempre il timore di sporcarlo un pò, di banalizzarlo. Per questo motivo ho scelto una dedica che può sembrare fin troppo scarna, poche parole scritte da me che stanno però a significare ciò che provo nel profondo.

mercoledì 28 gennaio 2015

Canederli di pescato locale in brodo di pesce allo zafferano...e grazie babbo e grazie piccole mani!











Ogni mese una sfida splendida, ogni mese una lotta contro il tempo, un gioco di ricerca, una gran voglia di sperimentare, un profondo desiderio di migliorare...grazie all'MTC ogni mese catturo un'emozione nuova, me ne nutro e nel momento stesso in cui riesco a pubblicare so che quell'emozione è entrata davvero a far parte di me.
Questa volta però è stato diverso, è stato, se possibile, ancor più emozionante, la forza del sentimento che ho provato è stata davvvero dirompente e ammetto con estrema franchezza che non me lo aspettavo.
Conoscevo i canederli e li avevo mangiati già in più occasioni, talvolta mi erano piaciuti molto, altre volte meno ma non mi ero mai cimentata nel tentativo di cucinarli semplicemente perchè in qualche modo sentivo che non mi appartenevano; così quando ho letto il tema della prima sfida dell'anno mi sono detta che sarebbe stato bello scavare un pò più nel profondo, capire la tradizione, la cultura di questo piatto ed anche in che modo, mettendoci qualcosa di me stessa, sarei riuscita ad appartenere io a loro.
Allora ho letto tutto quello che Monica ha sapientemente scritto nel suo post ed ho inziato un viaggio alla ricerca del canederlo perfetto per me; ho scelto il pesce perchè è  probabilmente, in tutte le sue molteplici declinazioni, uno dei miei alimenti preferiti, ho voluto che fosse piccolo pescato locale freschissimo per una forma di ossessione nei confronti della scelta e del rispetto delle materie prime e della stagionalità ed ho voluto aggiungere una nota di affumicatura con salmone scozzese.
Poi il viaggio mi ha guidato nella scelta degli odori, dei sapori e dei colori che avrei voluto riconoscere nel piatto e sono arrivati lo zafferano per il brodo e il limone per l'interno dei canederli.
Restava il pane, l'alimento principe della ricetta. Inizialmente credevo che avrei scelto semplicemente un buon pane che rispettasse le indicazioni di Monica ma qualcosa mi spingeva a pensare che non sarebbe stato del tutto giusto, sentivo di voler andare oltre, per me stessa, mi mancava ancora qualcosa , un elemento della tradizione che sentivo fortemente presente nella ricetta di Monica, che io non volevo tradire e che non poteva   non essere legato pane.
Allora ho chiesto a mio padre di insegnarmi a fare il pane fatto in casa; mio padre, anzi il mi babbo, è un uomo del quale potrei scrivere in eterno e probabilmente non mi annoierei, lo amo profondamente e non aggiungerò altro riguardo a lui per paura di sciupare con parole superflue il sentimento che mi lega a lui.
Ecco che la mia versione dei Canederli, finalmente ha preso vita; mentre le piccolissime mani di mia figlia spargevano la farina sul tutto il pavimento della cucina.






martedì 16 dicembre 2014

DOLCI REGALI...il terzo libro dell'Mtc...una meraviglia!!!


“Dolci Regali” è il terzo libro della collana dell'mtchallenge  il volume prende ispirazione da una delle nostre sfide, quella sul babà, e si spinge all'interno di un'epoca che segna un momento fondamentale nella storia della gastronomia, vale a dire il periodo compreso fra la fine del XVII e gli inizi del XIX secolo, che videro la nascita e il trionfo della pasticceria, intesa come arte autonoma.
In questo meraviglioso libro, i protagonisti sono tutti i lievitati che precedettero e seguirono l'invenzione di questo dolce; non solo, protagonista è anche la storia, quella delle monarchie, quella della gente comune dell' epoca e quella della regale arte pasticcera. Con onore e soddisfazione vi presentiamo un libro dove troneggiano 50 ricette di lievitati stupendi ed altre 130 ricette divise in tre sezioni, una dedicata allo zucchero con sciroppi e bagne aromatiche, una delle creme con una raccolta di oltre 50 ricette, che spaziano dalle versioni base alle variazioni sul tema ed infine “la Dispensa del Castello”, con una raccolta di liquori, conserve, acque profumate, praline ed altre golose risorse.

DOLCI REGALI
Collana “I libri dell'MTChallenge”
SAGEP Editori- Genova
Prezzo di copertina: 18,00 euro
Foto Paolo Picciotto
Illustrazioni Mai Esteve
Editor: Fabrizio Fazzari
Impaginazione: Barbara Ottonello



































IMPORTANTE:Acquistando una copia di Insalata da Tiffany, contribuirai alla creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/), un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della  realtà, derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.