E così sono tornate.
Proprio quando ero certa che mai si sarebbero ripresentate, che ormai fossero esaurite, sparite, secche, loro ,incuranti delle mie convinzioni e con il piglio impaziente di chi probabilmente farà quel che vuole a prescindere, sono tornate.
Facendosi amico il buio, approfittando di una della veglie che spesso prendono a calci in culo il mio sonno sul divano di questa casa bellissima, vuotissima e nuova, dove non ho ancora un letto che meriti di essere chiamato con tal nome. Spingendo, borbottando, litigando tra di loro prima e, poi, per mano, sono riemerse dal luogo indefinito e sconosciuto in cui si erano cacciate e da dove , sospetto, siano rimaste come stalker divertiti, a guardarmi vagare tra le stanze della vecchia casa e le stanze della mente, alla ricerca di orme e tracce che mi conducessero fino al segreto del loro nascondiglio.
Per riportarle a casa, da me.
Niente, solo la crescente( e struggente?) sensazione di averle perdute per sempre; anzi, di non averle mai possedute, di essermi illusa di avere un potere su di loro.
Che tradimento ribellarsi così e che fastidio la consapevolezza di essermi fregata da sola, pensandomi un direttore d'orchestra per loro, mentre in realtà ero solo un mezzo per sgorgare.
Se ne erano andate via, in modo imprevedibile, senza farsi notare (cosa assai strana data la loro natura) in un momento in cui tutto, e tutti, facevano troppo rumore. Erano uscite di scena senza che nemmeno io me ne accorgessi; troppo stanche anche per dare spiegazioni e io le avevo lasciate andare senza coscienza. Soltanto dopo un po'( il tempo non cura ma mette in ordine) mi sono resa veramente conto della loro assenza e del suo significato, per questo le ho cercate.
Ovunque senza risultato, con l'amore e con la rabbia di chi sente di non aver capito un cazzo rispetto all'oggetto del proprio desiderio.
Mi sono rassegnata: non erano più mie, erano di chi se l'era sapute tenere strette.
Arroganti, vanitose, con la prepotenza e la, dannata, propensione al sentimentalismo; sono tornate in questa notte di fine Settembre in cui il cielo minaccia, da giorni, costantemente tempesta eppure in terra si crepa di caldo.
Sono tornate facendo un casino assordante, bussando a tutte le porte e i portoni di questa nuova casa, a ricordarmi che ogni nuovo inizio, ogni cambiamento ( come dice sempre una mia amica saggia) è ossigenante.
Bentornate, parole.
Ora, dato che, non di sole pippe mentali vive l'essere umano, ma più sovente di cibo, io porto il dolce!
Grazie a Cook my books questa settimana è tutta dedicata ad un libro che è una garanzia:The Cookbook di Ottolenghi.
È un libro garanzia perché straordinario è il suo autore e perché le ricette che ho provato sono tutte una bomba. Non è un nome nuovo per me quello di Ottolenghi, i malati di cucina come me sanno con certezza di chi si parla, nei suoi ristoranti si mangia benissimo e i suoi libri di cucina sono sempre giusti; questo non fa eccezione!
Ecco la mia scelta, perché io , spesso nella vita, sono quella che porta il dolce.
CHOCOLATE FUDGE CAKE da The Cookbook Ottolenghi
Ingredienti
250 g burro non salato tagliato i pezzetti
265 g di cioccolato fondente, 50%, tagliato a pezzetti
95 g di cioccolato fondente 70% tagliato a pezzetti
290 g di zucchero muscovado chiaro
5 uova fresche
4 cucchiai di acqua
cacao amaro per la finitura
sale fino
Preparazione
Riscaltate il forno a 170° C e preparate una tortiera da 20/22 cm di diametro imburrandola e rivestendola con carta forno.
In una ciotola capiente mettete il cioccolato insieme al burro a tocchetti e tenete da parte; unite l'acqua e lo zucchero in un pentolino dal fondo pesante e portate a bollore, controllate che lo zucchero sia sciolto completamente e mescolate bene, quindi versate il composto liquido caldo direttamente nella ciotola con burro e cioccolato, mischiate subito energicamente e in modo accurato affinché il tutto sia ben amalgamato.
Aggiungete i tuorli delle uova uno alla volta, sempre mescolando per incorporarli bene al composto.
A parte montate insieme gli albumi delle uova neve non troppo soda( l'ideale è che sia stabile ma non ancora della consistenza della meringa) poi aggiungeteli, con l'aiuto di una spatola e mescolando dal basso verso l'altro, al composto precedentemente preparato.
Versate i 3/4 dell' impasto ottenuto nella vostra tortiera e fate cuocere per circa 35/40 minuti; a questo punto togliete la torta dal forno e fate raffreddare completamente.
Una volta raffreddata la vostra torta versatevi sulla sommità l'impasto tenuto da parte, livellate e infornate nuovamente per 20 minuti circa. Fate raffreddare completamente la torta una volta cotta e spolveratela con abbondante cacao amaro prima di servirla.
È veramente ottima da sola oppure accompagnata con panna, si conserva in frigo in contenitori ermetici per circa 4 giorni( ma a casa mia è durata 24h).
Bentornata Franci, con le tue parole sempre profonde.
RispondiEliminaGrazie Giuli ❤️
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