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lunedì 27 novembre 2017

Ciao Michael. Ti voglio bene Ele.


Ci unisce il filo sottile ma resistente dell'amore per la cucina. 
La cucina ci diverte, la cucina ci scalda, la cucina ci permette di osare, di scoprire nuovi mondi e nuovi modi, la cucina ci aiuta a tornare alle origini, ci da la forza, ci da respiro.
 La cucina spesso mi ha salvata. Solo due cose hanno questo grande potere: la cucina e gli affetti. 
Per questo non alle parole ma al profumo del pane che ho imparato a fare grazie a tua figlia affido oggi il compito di raggiungerti lassù, in alto a sinistra, da dove sono certa tu ci stia guardando(facendoti anche quattro sane risate) e di portarti il mio 'Ciao' pieno d'affetto, Dottore. 
E non ti chiamerò in altro modo perché questo è l'unico in cui ti ho chiamato quando eri qui, tra noi fatti di carne e terra, che tanto ci affanniamo per dare un senso alle cose.
Ciao Dottore, ci mancherai ma siamo stati fortunati, ci hai lasciato tanto di cui essere grati.
A te invece Eleonora vorrei scriverne tante di parole; per farti capire che ti voglio bene, tanto, che sento per te un affetto autentico e profondo che ha origine dalla mia incapacità di credere che le cose accadano senza un motivo. Perché tu sei stata la mia prima sfida Mtc e grazie a questo io ho avuto tanto e a distanza di anni è proprio nel mese della 'mia sfida' che tutto é accaduto e tu hai perduto tanto. 
Perché vorrei raccontarti di come conosco la bellezza e la fragilità della vita così come ho intuito che le conosci tu, del perché ti sento così vicina nel cuore e nella pancia; del come so che alcune vite possono essere molto faticose, di come ho scoperto il valore profondo di alcuni legami che con il sangue hanno poco da spartire, di quanto sofferto e tribolato possa essere il solco delle nostre radici. 
Eppure il tempo e lo spazio delle confidenze non è qui, sarà quando e se tu vorrai là dove insieme lo vorremo far essere. Questo è il tempo e il luogo del mio pensiero per te, del mio segno d'affetto che profuma di pane, del pane che mi hai insegnato te.

Pane dolce del Sabato dal mio cuore e dalle mie mani per il Dottore e per Eleonora

per due trecce ripiene:

500 gr di farina 0
2 uova grandi medie (circa 60-62 gr con il guscio)

100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra
125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr di sale
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi(io di cardamomo nero)

prima farcia
2 pere tagliate finemente
tre cucchiai di pralinato alle mandorle realizzato frullando del croccante alle mandorle
scorza di arancia non trattata e grattugiata

seconda farcia
2 mele tagliate finemente
1 cucchiaio di uva passa
2 cucchiai di polvere di speculoos ottenuta sbriciolando alcuni biscotti speculoos

Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Riempire con le farce scelte, io pere e pralinato alle mandorle per una treccia, mele, uvetta e polvere di speculoos per l'altra.
Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti". Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Ripetere l'operazione per la seconda treccia. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore. 
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero( io semi di cardamomo nero). Infornare in forno già caldo e STATICO a 200°C per circa 15-20 minuti.

4 commenti:

  1. Cosa posso dirti? non riesco neanche a scrivere perchè mi hai fatta ripiangere. E son solo le otto e mezza del mattino qui, cominciamo bene. Franci, il dna non ha niente a che vedere con l'amore, lo so bene e in questo momento c'è qualcosa che me lo conferma più di prima. Avrei tanto da dirti, e non sai quanta voglia ho di incontrarti di persona e raccontarci le nostre vite, forse così diverse, forse così simili.
    Grazie di cuore, di tutto.

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