Andrò contro corrente,
già lo so, non che la cosa mi sconvolga più di tanto, ci sono
abbastanza abituata.
Non mi piacciono i belli
e dannati, mi piacciono i bravi ragazzi, ecco, l'ho detto.
Il bel tenebroso, quello
dal passato misterioso e dal presente travagliato, quello che ti
seduce con lo sguardo tagliente e poi sparisce per ricomparire quando
meno te lo aspetti, quello dal fascino magnetico e dai comportamenti
contorti che ti conquista con il suo carico di impenetrabilità, suscita
il mio interesse per i primi cinque minuti scarsi, poi mi annoia,
tremendamente.
Non so dire con esattezza
quale sia il motivo ma c'è qualcosa in questo genere di esemplare
maschio che non mi convince, che mi sa di finto, di artefatto, come
se tutte quelle energie spese ad incarnare carisma da tormentato e
“sintomatico mistero” nascondessero soltanto un forte narcisismo
ed uno scarso interesse dell'altro in genere.E poi, lo ammetto,
quando intercetto lo sguardo sempre lanciato di tre quarti del
maledetto di turno l'unico pensiero che mi attraversa davvero la
mente è “Ma non li viene il nobiliare(altresì detto torcicollo) a
questo?”
E anche il bastardo,
quello che ti tira di qua e ti molla di là, non è che con me abbia
mai avuto un gran successo; insomma i Pooh Ferradini(meno male che Ceciclia mi ha corretto), con la loro tanto famosa
'Teorema', altro che migliaia di dischi venduti, fosse per me
avrebbero fatto la fame.
Le stesse storie d'amore
struggenti e sofferte in cui il vero amore è ambiguità, fuoco e
dannazione mi appassionano e mi piacciono un sacco se sono
letteratura o cinema, o anche vita vera sì, ma degli altri.
Io devo stare bene, se
sto male e soffro me ne vado.
Mi piacciono i bravi
ragazzi, l'ho già detto, ma vorrei che fosse chiaro che non è una
questione di estetica; non intendo i bravi ragazzi ben vestiti e che
non dicono parolacce, intendo che ho un debole per l'uomo che c'è,
per quello che non si sente “de-machizzato” ad essere educato,
per quello che sa cosa è giusto o sbagliato e fa la cosa giusta, per
quello che si impegna nella vita, per quello che ci tiene e lo
dimostra, per quello che rimane e ci prova a fare andar bene le cose,
sempre.
E questi bravi ragazzi
non solo mi piacciono ma mi intrigano e diventano dannatamente sexy
ai miei occhi quanto più sono capaci di lasciarsi andare a qualche
innocuo peccatuccio se serve, quanto più sono capaci di dimostrare
che anche un bravo ragazzo può compiere qualche follia di tanto
intanto e mi sciolgo, definitivamente, se nel momento in cui decidono
di fare qualcosa di inaspettato da parte loro lo fanno con ironia.
Mia cara Susy May,
bravissima cuoca e spumeggiante vincitrice della sfida n60 dell'Mtc,
tu ci hai messo alla prova chiedendoci di trovare il corrispondente
cinematografico della nostra idea di “massima sexitudine” e poi
di realizzare, ispirandoci a questa, una nostra versione del dolce al
cucchiaio per eccellenza,il Tiramisu, ed io non potevo non ispirarmi
ad una delle commedie romantiche più divertenti di sempre, un film
che non mi stanco mai di vedere “ A piedi nudi nel parco”, di
Gene Saks, datato 1967 e tratto dall'omonima commedia di Neil Simon.
E' lui, il Paul
interpretato da un bellissimo Robert Redford, l'uomo irresistibile per
me: l'uomo "impettito e dignitoso” capace di prendersi una sbornia
colossale e camminare a -15° a piedi nudi nel parco per dimostrare
alla sua lei che sa essere altro da se stesso, quello con la
prontezza di spirito di rispondere, nel pieno di una crisi isterica
di lei che lo accusa di essere talmente perfettino da dormire con la
cravatta, “solo in casi molto speciali” e subito dopo “ora cara
io mi infilo nel nostro mini lettino singolo, se vuoi seguirmi si
dorme sulla destra stanotte”.
Non a caso io nella vita
vera sono un tornado ed ho scelto come compagno di viaggio
l'occupante lato destro del letto.
Ecco di seguito il mio
tiramisù ispirato dunque a questo film; alcolico in onore della
scena di una ubriacatura sinonimo di una piccola ribellione al
quotidiano dell'uomo perfetto e a base di tabacco perchè fumoso e
pittoresco è il ristorante in cui si svolge la cena che precede la
grande litigata tra Paul e Corie, in una scena a dir poco esilarante.