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martedì 22 novembre 2016

Tiramisu al tabacco e rum con sentore di mandarino



Andrò contro corrente, già lo so, non che la cosa mi sconvolga più di tanto, ci sono abbastanza abituata.
Non mi piacciono i belli e dannati, mi piacciono i bravi ragazzi, ecco, l'ho detto.
Il bel tenebroso, quello dal passato misterioso e dal presente travagliato, quello che ti seduce con lo sguardo tagliente e poi sparisce per ricomparire quando meno te lo aspetti, quello dal fascino magnetico e dai comportamenti contorti che ti conquista con il suo carico di impenetrabilità, suscita il mio interesse per i primi cinque minuti scarsi, poi mi annoia, tremendamente.
Non so dire con esattezza quale sia il motivo ma c'è qualcosa in questo genere di esemplare maschio che non mi convince, che mi sa di finto, di artefatto, come se tutte quelle energie spese ad incarnare carisma da tormentato e “sintomatico mistero” nascondessero soltanto un forte narcisismo ed uno scarso interesse dell'altro in genere.E poi, lo ammetto, quando intercetto lo sguardo sempre lanciato di tre quarti del maledetto di turno l'unico pensiero che mi attraversa davvero la mente è “Ma non li viene il nobiliare(altresì detto torcicollo) a questo?”
E anche il bastardo, quello che ti tira di qua e ti molla di là, non è che con me abbia mai avuto un gran successo; insomma i Pooh  Ferradini(meno male che Ceciclia mi ha corretto), con la loro tanto famosa 'Teorema', altro che migliaia di dischi venduti, fosse per me avrebbero fatto la fame.
Le stesse storie d'amore struggenti e sofferte in cui il vero amore è ambiguità, fuoco e dannazione mi appassionano e mi piacciono un sacco se sono letteratura o cinema, o anche vita vera sì, ma degli altri.
Io devo stare bene, se sto male e soffro me ne vado.
Mi piacciono i bravi ragazzi, l'ho già detto, ma vorrei che fosse chiaro che non è una questione di estetica; non intendo i bravi ragazzi ben vestiti e che non dicono parolacce, intendo che ho un debole per l'uomo che c'è, per quello che non si sente “de-machizzato” ad essere educato, per quello che sa cosa è giusto o sbagliato e fa la cosa giusta, per quello che si impegna nella vita, per quello che ci tiene e lo dimostra, per quello che rimane e ci prova a fare andar bene le cose, sempre.
E questi bravi ragazzi non solo mi piacciono ma mi intrigano e diventano dannatamente sexy ai miei occhi quanto più sono capaci di lasciarsi andare a qualche innocuo peccatuccio se serve, quanto più sono capaci di dimostrare che anche un bravo ragazzo può compiere qualche follia di tanto intanto e mi sciolgo, definitivamente, se nel momento in cui decidono di fare qualcosa di inaspettato da parte loro lo fanno con ironia.
Mia cara Susy May, bravissima cuoca e spumeggiante vincitrice della sfida n60 dell'Mtc, tu ci hai messo alla prova chiedendoci di trovare il corrispondente cinematografico della nostra idea di “massima sexitudine” e poi di realizzare, ispirandoci a questa, una nostra versione del dolce al cucchiaio per eccellenza,il Tiramisu, ed io non potevo non ispirarmi ad una delle commedie romantiche più divertenti di sempre, un film che non mi stanco mai di vedere “ A piedi nudi nel parco”, di Gene Saks, datato 1967 e tratto dall'omonima commedia di Neil Simon.
E' lui, il Paul interpretato da un bellissimo Robert Redford, l'uomo irresistibile per me: l'uomo "impettito e dignitoso” capace di prendersi una sbornia colossale e camminare a -15° a piedi nudi nel parco per dimostrare alla sua lei che sa essere altro da se stesso, quello con la prontezza di spirito di rispondere, nel pieno di una crisi isterica di lei che lo accusa di essere talmente perfettino da dormire con la cravatta, “solo in casi molto speciali” e subito dopo “ora cara io mi infilo nel nostro mini lettino singolo, se vuoi seguirmi si dorme sulla destra stanotte”.
Non a caso io nella vita vera sono un tornado ed ho scelto come compagno di viaggio l'occupante lato destro del letto.

Ecco di seguito il mio tiramisù ispirato dunque a questo film; alcolico in onore della scena di una ubriacatura sinonimo di una piccola ribellione al quotidiano dell'uomo perfetto e a base di tabacco perchè fumoso e pittoresco è il ristorante in cui si svolge la cena che precede la grande litigata tra Paul e Corie, in una scena a dir poco esilarante.